Giornata della Memoria 2012

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Contro gli OPG

Care e cari,

sottoscrivo il vostro accurato appello  per chiudere subito i sei Ospedali Psichiatrici Giudiziari (O.P.G.) nei quali ancora oggi vivono in condizioni inaccettabili circa 1500 persone. Si può a ragione affermare che il nostro Paese continua a detenere una triste maglia nera in tema di diritti che dobbiamo combattere ogni giorno.
Gli OPG ne sono una dolorosa conferma. Per questo, io e il mio partito, Sinistra Ecologia Libertà, sosteniamo con convinzione le proposte di Psichiatria Democratica finalizzate allo smantellamento definitivo degli OPG.
Auspico di cuore - e mi adopererò per questo - affinché nei prossimi giorni il Governo stabilisca definitivamente la data della loro chiusura.
Un saluto affettuoso,

Nichi Vendola

Presidente Sinistra Ecologia Libertà 

Anno nuovo, dramma vecchio

 

Intervenire subito nelle carceri italiane.

 

Anno nuovo, dramma vecchio. Dopo i 66 suicidi di detenuti registrati nel 2011 il nuovo anno si è aperto con due nuovi casi. La situazione delle carceri resta invivibile e neanche il “Piano  carceri” presentato dal neo ministro Severino sarà in grado di dare sollievo ad una situazione oramai diventata ingestibile con provvedimenti ordinari che non incideranno significativamente su un sovraffollamento da tutti ritenuto la principale causa del disagio dei detenuti di cui il suicido rappresenta l’espressione più inquietante e vero “evento sentinella” su cui riflettere (senza dimenticare gli 8 Agenti di Polizia Penitenziaria suicidatisi nel 2011, circa 100 negli ultimi dieci anni!).

Le cifre prodotte dal Ministero di Giustizia sono eloquenti: 66.897 detenuti, di cui 24174 stranieri, per 45.770 posti regolamentari; 27251 imputati e 38023 condannati definitivi. Tutti costretti a vivere la detenzione senza prospettive, senza alternative alla permanenza in celle sovraffollate giorno e notte (salvo le ore d’aria), con scarsissime attività riabilitative: solo 521 per es. hanno usufruito di lavoro all’esterno, mentre la stragrande maggioranza dei lavoratori è impiegata all’interno degli Istituti.

Solo interventi che rimettano il detenuto nel circuito dello scambio sociale hanno una reale valenza rieducativa e non si traducono in mero “intrattenimento”, fenomeno questo ben noto a chi ha attraversato le istituzioni psichiatriche ma che si riproduce in tutte le istituzioni totali; a questo riguardo ci ha molto colpito l’ultimo suicida del 2011: un giovane rumeno, in attesa di giudizio, per il quale giocare a rugby nella squadra dell'Istituto penitenziario poteva rappresentare certamente una attività ricreativa per contrastare la noia del vuoto delle giornate in carcere ma non una fonte di speranza per il futuro sufficiente a preservarlo da un gesto estremo.

Occorre quindi affrontare il problema con strumenti diversi da quelli usati o riattivare quelli già previsti dalla normativa ma, prima di tutto, occorre interrompere la deriva securitaria ( gli OPG contro i quali ci stiamo spendendo senza sosta sono l'altra faccia della medaglia) che ha grandemente contribuito a creare la situazione attuale: il carcere deve ritornare ad essere la risposta ultima ai fenomeni di devianza.

Senza affrontare questo nodo tutte le misure risulteranno dei palliativi: l’estensione a 18 mesi della soglia di pena detentiva, anche residua, per l’accesso alla detenzione presso il domicilio avrà ben poco peso nel migliorare il sovraffollamento. Lo testimoniano i dati del 2011 in cui hanno usufruito dei benefici della L.199/2010 4304 detenuti (ma meno di un terzo stranieri) ma nel frattempo i detenuti sono saliti a quasi 67000.

Occorre quindi ricorrere maggiormente all’utilizzo delle pene alternative (rimuovendo prioritariamente quelle norme, ex Cirielli, che ne impediscono l’applicazione) come l’affidamento in prova ai servizi sociali, l’affidamento dei tossicodipendenti a comunità di recupero, la semi-libertà, il ricorso alla detenzione domiciliare.Oltretutto questi istituti, la cui applicazione è scoraggiata dalla politica generale, hanno negli anni dimostrato di conseguire risultati estremamente positivi nella prevenzione della recidiva.

Psichiatria Democratica auspica - attraverso Cesare Bondioli ed Emilio Lupo, rispettivamente resp. Nazionale Carceri e OPG e Segretario Nazionale dell'Associazione - che anziché ricorrere a  provvedimenti tampone, che tali poi nemmeno sono, si avvii un ripensamento complessivo delle politiche carcerarie e invece di costruire nuovi carceri, si riducano le presenze negli attuali dando corso alle misure alternative alla detenzione in carcere già previste dall’ordinamento e utilizzando i fondi della Cassa Ammende per i loro fini istituzionali di finanziamento di attività trattamentali e rieducative e non solo per finanziare nuova (e sempre insufficiente) edilizia carceraria.

 

 

Napoli/Arezzo 11  Gennaio 2012

l'UNITA'- Giovedì 5 gennaio 2012

 

Che cosa lega l'articolo 1 il 18 e la legge 180.

di Emilio Lupo, Psichiatra

Segretario Nazionale di Psichiatria Democratica

 

Ed ecco i numeri: 1, 18 e 180.

Forse perchè i conti si fanno a fine d'anno,

che un ciclo si è concluso (con danni gravi, assai),

ed un altro si è appena aperto ( e già fa male, tanto).

Piuttosto, dicono gli esperti, i numeri hanno sempre un filo che li unisce,

li mescola,

li completa.

Lo stesso filo che divide,

minimizza o esaspera.

Con dentro le persone,

sole,

stritolate,

affannate,

da nord a sud.

Numeri che chiudono ma anche che tengono aperta,

una speranza,

una lotta,

una Nazione.

E il numero 1 così recita:

"L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro",

un numero sul quale si sono abbattuti tanti altri e, precisamente:

due milioni e oltre di disoccupati.

Ma i numeri - si sa -  sono, talora, anche paradossali,

dispettosi,

ingenui,

soffocanti,

frizzanti e vivaci.

Non per il numero 1. Giammai!

Lui è sempre in alto,

maestoso,

rassicurante.

Una grande madre.

un padre autorevole.

Un occhio che vigila.

La vetta, insomma.

Eppure piccolo nella sventura,

quando la somma del comignolo che non fuma più,

e della mensa vuota,

e del deposito deserto,

e del reparto muto e della tuta al chiodo, raggiunge prima i milioni

e poi il miliardo.

E così non sta più in alto,

e diventa matrigna,

disamorato.

Ultimo con gli ultimi.

E si fa avanti il numero 18 che così recita:

" il giudice con la sentenza con cui dichiara inefficace il licenziamento ai sensi....o annulla il licenziamento intimato senza giusta causa o giustificato motivo, ovvero ne dichiara la nullità a norma della legge stessa, ordina al datore di lavoro....... di reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro.....". E' questo un numero per così dire rinnovato e rinnovabile

o forse più precisamente periodico,

non nella sua accezione tecnica, piuttosto in quella politica.

Una sorta di licenza poetica con l'imprimatur dello Stato.

Oppure un riflesso pavloviano: basta sedersi - anche per un attimo - nella stanza dei bottoni ed ecco che il riflesso diventa subito condizionato, anche da chi non te lo aspetteresti: per salvare il Paese, per creare posti di lavoro - si sentenzia - bisogna rivedere l'articolo 18 (sic!).  La panacea.

Intanto nel Paese si registra un miliardo (leggasi un miliardo!) di ore di cassa integrazione,

e ben 4 milioni di precari e, così,  ti vedi costretto, dopo tanti anni di duro lavoro

come di pochi mesi

di esperienza - nei quali hai messo l'anima -

o ad accettare un contratto capestro

oppure portare la testa,

le mani,

l'anima,

lontano da casa.

Ritorna, d'incanto, il paradosso dei numeri: per assumere bisogna licenziare!

Ed eccolo che entra il campo il numero 180, che tra le tante cose afferma che: èin ogni caso vietato costruire nuovi ospedali psichiatrici, ma anche che l'assistenza psichiatrica non è più manicomio, elettroshock, letto di contenzione, bomba di farmaci, inguaribilità,

ma visita ambulatoriale/domiciliare,

Centro diurno,

lavoro, casa, vacanze.

Insomma dignità e nuovo protagonismo di utenti, familiari e operatori.

Alla sopraffazione si sostituisce il prendersi cura.

1, 18,180.

Tre numeri apparentemente distanti.

Tre numeri forti.

Tre pagine indelebili.

Scritte con il sangue, la fatica e la testa

da chi non ci sta a dire sempre di sì.

Tre pagine repubblicane.

Laiche.

Tre simboli di un Paese che se rinasce lo farà

partendo da queste basi.

L'Unità d'Italia ha anche questi numeri.

FATE PRESTO

 

IL BILANCIO DI UN ANNO TERRIBILE PER GLI ISTITUTI DI PENA ITALIANI. LE PROSPETTIVE. "FATE PRESTO"
Il 2011 ha visto aggravarsi una situazione che già nel precedente anno era stata definita, dalle stesse istituzioni , illegale e drammatica. Ma nulla è stato fatto.
 
http://www.ilcarcerepossibileonlus.it/images/no_pic.jpg

Napoli, 4 gennaio 2012_____________In un Paese civile quando il Consiglio dei Ministri dichiara uno stato di emergenza, l'intero apparato istituzionale si adopera per eliminarlo. Emergenza vuol dire pericolo, vuol dire urgenza, vuol dire corsie preferenziali per affrontare la catastrofe in atto. In Italia tutto ciò non avviene. Non a caso è la nazione che ha coniato il termine "emergenza dell'emergenza", come è avvenuto ad esempio per i rifiuti a Napoli. Problema vitale per una comunità che ancora oggi, dopo decenni, non trova soluzione. 
Come per la spazzatura, anche per i detenuti - da molti considerati "rifiuti" dell'umanità - nulla è stato fatto, nonostante nei primi mesi del 2010 il Consiglio dei Ministri abbia proclamato lo "stato di emergenza" nelle carceri italiane. Stato di emergenza prorogato per tutto il 2011 e, in questi giorni, esteso all'intero 2012. Politici che vedono cittadini morire, patire sofferenze ingiuste, perdere la dignità, ammalarsi, consumarsi e non ritengono d'intervenire, nonostante lo Stato sia direttamente responsabile della situazione in cui essi si trovano. Rifiuti appunto, perchè sono rifiutati. Eppure, solo la libertà può essere a loro tolta, mentre restano titolari di tutti gli altri diritti.
Nell'anno appena concluso sono stati 186 i morti negli Istituti di Pena, tra questi 66 i suicidi. Nel 2010 il numero dei suicidi è stato identico, mentre i morti sono stati 184. Nel 2012, sono già 2 i morti, uno di questi si è suicidato.
La media in questi ultimi due anni è di un morto ogni 2 giorni. Una vera e propria "morìa" che lascia indifferente l'opinione pubblica, nonostante sia chiaro a tutti che l'immane tragedia è dovuta essenzialmente alla costante violazione di legge perpetrata negli Istituti di Pena, con ritardi nei ricoveri anche urgenti, con condizioni igienco-sanitarie disastrose, con privazione dela mobilità essenziale, con il mancato rispetto delle elementari regole del vivere civile. 
Nel 2010,! nel pro clamare lo "stato di emergenza", l'allora Ministro della Giustizia disse che eravamo dinanzi ad una riforma "epocale" che avrebbe risolto finalmete l'emergenza-carcere. Da allora, pur rimanendo in carica per oltre un anno, il suo ministero si è occupato di altro, sopratutto di tentare la riforma - certamente meno "epocale" - di norme in materie non urgenti come le continue morti nelle carceri. Il 2011 ha visto  la nomina di un altro Ministro che, prendendo atto del dramma-carcere, ha promesso un intervento rapido, ma più rapida è stata la caduta del Governo.
Intanto, negli ultimi giorni del 2011, il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria ha emanato una circolare che vorrebbe attribuire ad ogni detenuto un codice, o meglio un colore: bianco, verde, giallo e rosso. Porte delle celle aperte per i codici bianchi, da valutare per i codici verde e giallo, chiuse per i rossi. L'atto, che per il Dipartimento mira ad innovare la gestione dei detenuti, in realtà non fa altro che ripetere le raccomandazioni che prima di ogni estate vengono date alle direzioni degli Istituti per evitare che il caldo possa essere un ulteriore elemento per spingere al suicidio o per aggravare patologie in corso. Ora come allora i Direttori delle carceri non potranno aderire alla circolare, perchè il sovraffollamento, la tipologia delle strutture e la mancanza di personale e di risorse non consente una disciplina diversa della detenzione. Le disposizioni del D.A.P. prevedono, inoltre,  modalità di accertamento nell'attribuzione dei codici e di conferma degli stessi alquanto complesse, del tutto irrealizzabili, come altre norme dell'Ordinamento Penitenziario che da oltre trent'anni non trovano attuazione.
Un 2011 quindi tragico, ancora più del 2010, quando si pensava di aver toccato il fondo.
Quali le prospettive ? Il nuovo Ministro appare molto motivato. Le sue dichiarazioni lasciano ben sperare, con la dovuta naturale diffidenza di chi alle buone intenzioni, che t! ali rest ano, è abituato. Depenalizzazione, abolizione di norme carcerogene, ricorso a misure alternative e a pene diverse dal carcere, sono strade da tempo indicate dall'Avvocatura e dalle Associazioni, che devono trovare un' immediata concreta applicazione.. Realizzando tali riforme, impegnando maggiori risorse economiche, si può pensare anche di emanare l'amnistia e l'indulto - istituti che rappresentano la resa dello Stato e la sua incapacità di governo - per poter tornare all'anno zero e coltivare finalmente quel sogno che è la rieducazione del condannato, principio costituzionale ormai da tempo abrogato. L'Italia tornerà ad essere un Paese civile, lasciando meno spazi alla criminalità organizzata, che, anche grazie all'emergenza carcere, riesce a trovare nuove risorse umane tra coloro che vedono lo Stato come un nemico.
Stia attento però  il Ministro a fare i conti con la situazione reale. L'avere , ad esempio, con il Decreto Legge in vigore dal 23 dicembre u.s., abbreviato i termini per l'arresto in flagranza e disposto che entro 48 ore debba essere celebrato il giudizio direttissimo, senza portare il detenuto in carcere, ma facendolo stazionare nelle celle di sicurezza del Corpo che ha provveduto all'arresto, e ove ciò non sia possibile è necessario un provvedimento motivato del Pubblico Ministero, non  risolve il problema del detenuto, perchè questi vivrà un trauma maggiore viste le condizioni in cui si trovano la maggior parte delle celle di sicurezza in Italia e la carenza di risorse della Polizia Giudiziaria per tale evenienza. Tale provvedimento, inoltre, ridurrà solo parzialmente gli ingressi in carcere, perchè è facile prevedere che assisteremo ad una sostanziale diminuzione dei giudizi direttissimi e a un aumento delle convalide. L'arrestato sarà portato in carcere per la convalida e non dinanzi al Giudice per il processo. 
Il Governo  c.d.dei Professori comprenderà che l'emergenza è urgenza ? Che troppo! tempo s i è atteso. Noi, come titolava un quotidiano napoletano, all'indomani del terremoto, diciamo  "FATE PRESTO".
Avv. Riccardo Polidoro
Presidente "Il Carcere Possibile Onlus"

 

Emergenza carceri

Ristretti Orizzonti - www.ristretti.org
Giustizia: è sempre emergenza carceri, altri due detenuti sono morti la notte di Capodanno.
 
Il Messaggero, 2 gennaio 2012
 
Si è allungato persino poco prima che scattasse il conto alla rovescia dell'anno nuovo, l'elenco dei morti nelle carceri italiane: solo il 31, due detenuti hanno perso la vita (uno si è suicidato).
Quasi nelle stesse ore in cui Napolitano, nel discorso di fine anno, parlava appunto dei
penitenziari italiani: "L'emergenza della condizione disumana delle carceri e dei carcerati - ha
detto - è uno dei limiti del nostro vivere civile". Alle Vallette di Torino si è tolto la vita un romeno di 37 anni, impiccandosi con un lenzuolo poche ore prima della mezzanotte. A Vigevano, in provincia di Pavia, ha tentato di ammazzarsi anche un altro detenuto, italiano, sempre di 37 anni.
Aveva cercato di ricavare un cappio dalle lenzuola ricevute in dotazione ma l'agente di turno si è accorto di quello che stava succedendo ed è intervenuto. Ancora da chiarire, invece, le cause della morte del detenuto di 34 anni trovato cadavere a Trani. La scoperta è stata fatta dagli agenti della penitenziaria nel corso del giro di ispezione. La procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di sconosciuti. Il 34enne Gregorio Durante, proveniente da Lecce, dice la madre Ornella, era peggiorato dopo l'ultimo periodo di isolamento diurno: "A Natale era su una sedia a rotelle, aveva gli occhi chiusi e ai polsi i segni delle corde con le quali veniva legato al letto". Di certo , quello di Trani, spiega Domenico Mastrulli del sindacato Osapp, è uno dei penitenziari più affollati d'Italia: "Ci sono 400 detenuti uomini e 39 donne contro una capienza regolamentare di 233 posti letto".
Un tentato suicidio, infine, nel carcere di Vasto, provincia di Chieti. Un tunisino di 25 anni si è tagliato il polso con una lametta da barba, ma è stato immediatamente soccorso. Il bilancio del 2011 si chiude dunque con numeri da allarme rosso. Sessantasei suicidi tra i detenuti, 183 morti per cause diverse, 1000 tentati suicidi, 430 agenti aggrediti e feriti, 5400 atti di autolesionismo grave e 5 secondini che si sono tolti la vita. "Si rischia il tracollo, governo e parlamento trovino con urgenza soluzioni politiche e amministrative per evitarlo", è l'appello del Sappe.
Effettivamente, tra qualche giorno, il 4, comincerà in commissione giustizia al senato l'iter del
pacchetto Severino sull'emergenza carceri che nell'arco del prossimo anno potrebbe far uscire dai penitenziari circa 3.300 detenuti, estendendo a 18 mesi, invece degli attuali 12, il periodo di fine pena che può essere scontato ai domiciliari per le condanne non gravi (la valutazione spetta comunque ai magistrati dì sorveglianza). Altri 16-18mila persone non dovrebbero più mettere piede in carcere a seguito del blocco del meccanismo delle "porte girevoli", a causa del quale entrano in cella per soli tre giorni al massimo detenuti che sono destinati al processo per direttissima. Con la nuova norma, questi ultimi passeranno l'attesa del processo nelle celle di sicurezza delle questure, dove i magistrati andranno per convalidare l'arresto, evitando i costi delle traduzioni.
I numeri dell'emergenza sovraffollamento, al momento, sono altissimi se si conta che i detenuti italiani sono in tutto 68.144 stipati in istituti che non potrebbero ospitarne più di 45.654. Per questo motivo il leader radicale Marco Pannella e il deputato pd Roberto Giachetti hanno passato la notte di Capodanno nel carcere di Regina Coeli, sostenendo la battaglia per l'amnistia. E sebbene il tema non sia all'ordine del giorno, almeno in questi termini, ieri il presidente del Senato Renato Schifani in una telefonata di auguri per il nuovo armo a Pannella, ha manifestato pieno apprezzamento per l'impegno suo e dei radicali sulla delicata vicenda dell'emergenza carceraria in Italia.
186 detenuti morti in un anno (Corriere della Sera)
 
Capodanno di lutto nelle prigioni italiane. A poche ore dalla mezzanotte, un romeno di 37 anni si è impiccato con un lenzuolo nella sua cella del carcere delle Vallette di Torino. In quello di Vigevano, un italiano, anche lui 37 anni, ha tentato di togliersi la vita nello stesso modo ed è stato salvato dall'agente di sorveglianza che se n'è accorto in tempo. A Vasto, un tunisino di 25 anni ha provato a suicidarsi tagliandosi le vene con una lametta da barba, ma è stato soccorso.
Nel penitenziario di Trani un detenuto è morto per cause da accertare. Secondo i familiari le sue condizioni non erano compatibili con la pena: soffriva per le conseguenze di un'encefalite. Si chiamava Gregorio Durante. Era di Nardò, provincia di Lecce, aveva 34 anni. I parenti sostengono che fosse stato messo in punizione tre giorni in isolamento diurno per aver simulato una malattia. "Me lo hanno ucciso", piange la madre Omelia. "Me lo hanno fatto morire in galera solo come un cane. Quando siamo andati a trovarlo per Natale era in sedia a rotelle, gli occhi chiusi e i polsi segnati dalle corde". In quell'istituto ci sono 439 reclusi per 233 posti letto regolamentari. Il 2011 si è chiuso con 66 suicidi e 186 morti, secondo i dati dell'associazione Ristretti Orizzonti. Proprio nel discorso di fine anno il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva definito "l'emergenza della situazione disumana" delle carceri "uno dei limiti del nostro vivere civile". Il principale sindacato delle forze di polizia penitenziaria, il Sappe, chiede "che la politica trovi con urgenza soluzioni". L'Osapp accusa: "Siamo sempre più soli".
Marco Pannella rivela che il presidente del Senato, Renato Schifani, gli ha espresso
apprezzamento per l'impegno dei Radicali sulle condizioni degli istituti di pena (68.144 detenuti Per 45.654 posti effettivi). Dopodomani la Commissione Giustizia del Senato comincerà l'esame del pacchetto emergenza carceri proposto dal ministro Paola Severino. Entro un anno 3.300 reclusi potrebbero uscire.

Incontro-Conferenza

 

SOCIETA’ITALIANA

DI

PSICHIATRIA DEMOCRATICA

Segreteria Regionale Abruzzo

Il giorno  3 Gennaio 2012 alle ore 11,  presso il Bar dei Portici di Lanciano

La segreteria regionale ha  organizzato   un   incontro-conferenza   su

 Psichiatria e Carcere: 2012 la chiusura degli OPG

 Partecipano  

Danilo Montinaro            Psichiatra Forense, Componente del Direttivo  Nazionale             della Società Italiana di Psichiatria    Democratica –ONLUS

Bruno Fiorillo                   Componente del Sindacato Penitenziario  OSAPP

Ruggero Di Giovanni      Componente UIL Penitenziaria    

                                                              

                                                             Interverrà

                                          Sen. Alfonso Mascitelli  

          Vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta                     

          sull'efficacia e l'efficienza del Servizio Sanitario Nazionale   

    

si coglie l’occasione per augurare un BUON ANNO 2012                       

                                          

 

Un libro di Giovanni Rissone

Presentato sul TGR Leonardo del 28/12/2011( 28 12 2011 Leonardo )

su Rai.tv  dal 9 minuto circa 

Oppure lo puoi vedere qui sotto.

 

 

EVASIONI ROMANE

 

Nell'ambito della manifestazione EVASIONI ROMANE (vedi sito del Comune di Roma) che si tiene a Roma in questi giorni, è prevista la partecipazione di Psichiatria Democratica alla tavola rotonda che si terrà alle ore 16 del 27 dicembre 2011 a Piazza Mastai (Trastevere).
Saranno presenti Luigi Attenasio - Presidente di Psichiatria Democratica e Cesare Bondioli, della Segreteria Nazionale e Responsabile della Commissione "Carceri e OPG" di PD, che diranno delle proposte che PD ha, da tempo, eleborato per giungere alla chiusura degli OPG. Nell'occasione verrà presentato anche  il volume CARCERI E OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI:la disumanità della pena. quali alternative? Il volume che raccoglie gli Atti del Convegno organizzato da Psichiatria Democratica e Magistratura Democratica (Vico Equense, marzo 2011) e curato da Emilio Lupo e Salvatore Di Fede.

AUGURI

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Pazzo

Fer-Menti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

25° ANNIVERSARIO ASARP


Vedilo a tutto schermo Invio

 

Diventare protagonisti di una storia di cura

Elisabetta Rossi Gallani Infermiera - SSM AUSL Reggio-Emilia Servizio di Salute Mentale - Castelnovo nè Monti

 

 

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Chiudere gli OPG!

Ddl chiusura OPG

 

OPG. Marino (Pd): “Presentato Ddl per chiuderli entro marzo 2012”

Il testo è stato depositato in Senato. Per il presidente della Commissione d'inchiesta sul Ssn, "anche se in questa fase il punto centrale dell'emergenza per il Paese è evidentemente la questione economica, non possiamo rinunciare alle battaglie di civiltà".

 

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