La riforma della sanità penitenziaria: lo stato di attuazione della legge in Sicilia. Le condizioni dei CIE

 

COORDINAMENTO ENTI E ASSOCIAZIONI

DI VOLONTARIATO PENITENZIARIO – SEAC

SEAC SICILIA – ASVOPE

 

SEAC- Via Fontanarosa, 17 - 00177 Roma

Tel. 06.27858273 - Fax 06.27868864

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CESVOP – CENTRO DI SERVIZI PER IL VOLONTARIATO DI PALERMO

 

 

                     Seminario nazionale di studi

La riforma della sanità penitenziaria: lo stato di attuazione della legge in Sicilia. Le condizioni dei  CIE

 

PROGRAMMA (Provvisorio)

Venerdì 12 ottobre

Apertura del Seminario

Ore 15,00 – Iscrizioni

Ore 16,00 – Saluti e introduzione di Bruno Di Stefano, coordinatore regionale SEAC Sicilia

Saluti di Luisa Prodi, Presidente nazionale SEAC

Saluti istituzionali (sono stati invitati l’on. prof. Leoluca Orlando, sindaco di Palermo; il dr. Alberto Bellet, presidentedel Tribunaledi Sorveglianza di Palermo)

Ore 16,30 – Tavola rotonda

La riforma della sanità penitenziaria. Lo stato di attuazione in Sicilia: obiettivi raggiunti, criticità e nodi da sciogliere

Coordina:

dr.ssa Elisabetta Laganà, Presidente della Conferenza Nazionale Volontariato giustizia e consigliere nazionale SEAC

Interventi:

- On Roberto di Giovan Paolo, Presidente Forum Nazionale SaluteCarcere 

- dr. Fabrizio Scalici, medico penitenziario della Casa Circondariale “Pagliarelli”,  Palermo

- dr. Maurizio Veneziano, Provveditore Regionale Amministrazione Penitenziaria  Sicilia

-avv. Riccardo Polidoro,Presidente Associazione “Il Carcere possibile”

- sen. Salvo Fleres, Garante regionale dei diritti dei detenuti in Sicilia

-prof. Giuseppe Verde,Componente della Commissione Paritetica per     l’attuazione dello Statuto siciliano

- prof.ssa Vanna Bonomonte, presidente associazione As.Vo.Pe. Palermo

ore 19,00 – Dibattito (interventi programmati: dott.ssa Francesca Vazzana, direttrice del carcere Pagliarelli; dott.ssa Rita Barbera, direttrice del carcere Ucciardone; magistrati sorveglianza; dr.ssa Marina Altavilla, dirigente UEPE Palermo; operatori volontari)

ore 20,15 – Conclusioni

Sabato 13 ottobre

Ore 9,00 – Tavola rotonda

L’Ospedale Psichiatrico Giudiziario e il suo superamento: le problematiche della legislazione sulle misure di sicurezza

Coordina:dr. Gaetano Interlandi, psichiatra

Interventi:

- dr. Nicola Mazzamuto, Presidente del Tribunale di sorveglianza di Messina

-don Pippo Insana, cappellano dell’OPG di Barcellona Pozzo di Gotto

- prof. Antonino Gullo, sottosegretario Ministero della Giustizia

 

ore 11 - Tavola rotonda

La condizione dei migranti e i loro diritti all’interno dei CIE

Coordina: - prof. Ferdinando Siringo, presidente del MoVI Sicilia

Interventi:

- sen. Pietro Marcenaro, presidente Commissione diritti umani del Senato

  -prof Emilio Santoro, direttore Centro di documentazione “Altro diritto”

- prof. Fulvio Vassallo Paleologo, componente del Consiglio direttivo dell'ASGI (Associazione studi giuridici sull'immigrazione)

- Vincenzo  Morgante, giornalista della sede RAI Sicilia

- …Sottosegretario Ministero degli interni

 

-          rappresentante del Tavolo migranti del volontariato Palermo

 

 

ore 13 - Conclusioni

 

ore 13,30 – Lunch break

 

 

 

PALERMO, 12 -13 ottobre 2012

Centro Culturale Biotos – via XII Gennaio, 2

La distorsione delle relazioni genitoriali -­‐ la P.A.S.


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Atto Camera Interrogazione a risposta in Commissione 5-07554 presentata da DELIA MURER giovedì 26 luglio 2012, seduta n.673

NO ALL'ELETTROSHOCK

Psichiatria Democratica appoggia e fa sua questa iniziativa perchè è impegnata da sempre, senza se e senza ma, contro queste pratiche di "spegnimento" degli utenti, contro una psichiatria di tipo manicomiale, che propugna l' ineluttabilità della malattia mentale, quella stessa psichiatria che è stata irrimediabilmente sconfitta dalle pratiche di Salute Mentale che si sono andate sviluppando, con successo e sempre più, sul territorio dopo l'approvazione della legge di riforma psichiatrica del 1978.

 

MURER, BOSSA e FARINA COSCIONI. - 

Al Ministro della salute.

 - Per sapere - premesso che: 

con circolare del 15 febbraio 1999 dell'allora Ministro della sanità, inviata agli assessori alla sanità delle regioni e delle province autonome, si stabilivano le linee di indirizzo circa le pratiche della cosiddetta terapia elettroconculsivante (TEC) sottolineando come «nonostante la grande quantità di ricerche condotte negli ultimi decenni, non è stato ancora chiarito in maniera precisa il meccanismo d'azione della TEC. Inoltre, contrariamente a quanto ritenuto in passato, si ritiene oggi che la convulsione generalizzata sia insufficiente a spiegare l'efficacia terapeutica del metodo, e che siano fondamentali altri fattori, al di là della convulsione (Sackeim, 1994)»; 

il contesto in cui si è andata sviluppando ed affermando l'intera esperienza territoriale italiana nel campo della psichiatria pubblica e la cospicua legislazione nazionale e regionale, oltre che il sapere diffuso che è maturato in oltre trent'anni, in questo settore, non lasciano alcuno spazio a un ritorno al passato: questa pratica non può che essere in fortissima dissonanza con quanto fin qui realizzato. È doveroso continuare a contrastare la semplificazione delle risposte - che di norma producevano, prima della legge n. 180 del 1978, la costrizione e la chiusura del paziente - più che farsi carico della complessità dei bisogni e dei diritti inalienabili di quanti esprimono disagio e sofferenza, così come avviene oggi in tante realtà; 

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ALTRA MORTE ALL'OPG DI BARCELLONA

 

COMUNICATO STAMPA 
ALTRA MORTE ALL'OPG DI BARCELLONA, stopOPG Sicilia: "SI ACCELERI PERCORSO CHIUSURA"   "L' ennesima morte, a distanza di pochi giorni dall' ultima, nell' ospedale pschiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto conferma una situazione insostenibile che va subito affrontata accelerando il percorso che deve portare alla chiusura di questa struttura": lo dice Elvira Morana, del Comitato StopOpg,  a proposito del decesso di un internato nell'Opg della citta' del messinese. " Su questa morte- aggiunge Morana- chiediamo sia fatta chiarezza. Sollecitiamo inoltre- prosegue-  l'immediato ripristino di condizioni di civilta', cosa che significa piani di cura individualizzati in contesti del tutto diversi dagli Opg, che, come e' ampiamente dimostrato, non fanno altro che aggravare la condizione delle persone fino alla morte".
 ufficiostampacgilsiciliaPalermo, 10 luglio -

Gli utenti e la Legge 180


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Ma stavolta la città dev'essere coinvolta

di Emilio LUPO e Salvatore di FEDE

La Repubblica 04 luglio 2012 —   pagina 1   sezione: NAPOLI

Le dichiarazioni del sindaco Luigi de Magistris sulle risposte da offrire a cittadini disagiati anche utilizzando un piccolo spazio tra quelli disponibili presso l'ex Albergo dei poveri hanno un doppio merito: 1) Porre finalmente dentro il progetto di una nuova Napoli le soluzioni al disagio che la comunità deve alle persone senza fissa dimora; 2) Riprendere in maniera organica il dibattito sulla destinazione di Palazzo Fuga.

Già una dozzina di anni fa ponemmo all'attenzione, prima come associazione e poi insieme a tante realtà associative e di volontariato militante raccolte sotto la sigla "Comitato per l'Albergo dei poveri», il destino di questa straordinaria struttura ed i suoi rapporti con l'intera metropoli.

Ma nessuno raccolse l'invito che pure rivolgemmo all'amministrazione cittadina di allora, agli intellettuali ed alle forze politiche e sociali.

Dicemmo allora e riproponiamo, qui ed ora, le linee del nostro intervento: «L'Albergo dei poveri deve diventare patrimonio collettivo e irrompere come suo bene nella città. Scompigliando e poi scomponendo deve tornare a unire. Rimanere pure testimone del plumbeo passato, ma provandosia divenire come ponte verso quella stessa città che vi aveva, progressivamente, confinato la sua speranza. Una sorta di riparazione a posteriori.

Un po' illuminista? Possibile. Palazzo Fuga che da mura di costrizione/separazione può diventare finestra aperta dentro la città. E guardare in fondo alle sue viscere: finalmente». Restiamo del parere che quello spazio debba diventare una bella cosa. Dalle molteplici funzioni.

Della quale andare orgogliosi.

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Nota per il Sig. Sindaco Dott. Luigi De Magistris e l'Assessore Sergio D'Angelo, per l'attivazione di un Centro Diurno in Via Bernardo Tanucci n.9 (ex Albergo dei Poveri), a favore di persone senza fissa dimora (sfd).

 

Così come abbiamo avuto modo di ricordare - durante il cordiale incontro, svoltosi con il Sindaco Luigi De Magistris, e con l'Assessore alle Politiche Sociali Sergio D'Angelo di recente, nel Palazzo comunale - è in grande aumento nella nostra città  il numero di quanti vivono per strada. La persona senza fissa dimora perchè in grave difficoltà, fa fatica a veder riconosciuti,oggi, anche i più elementari diritti costituzionalmente garantiti: un luogo dove dormire, un luogo dove lavarsi, cura e assistenza sanitaria, residenza anagrafica, accesso ai servizi sociali, riconoscimento del diritto a percepire pensioni e sussidi, ecc. La mancata risposta a tali elementari bisogni, ha fatto registrare anche  l'aumento di  persone decedute nelle strade di Napoli, situazione, questa, che sollecita risposte complessive, articolate ed integrate tra i diversi attori in campo, così come affermato dal primo cittadino nel corso del confronto.

Articolare risposte differenziate e sempre più adeguate, in grado di rispondere realmente alle tante necessità di chi è costretto in strada, è quanto mai urgente ed in ragione di questa emergenza resa cronica dall'insensibilità delle precedenti Amministrazioni comunali che chiediamo di procedere per tappe. Tappe credibili, con risorse adeguate e tempi certi di attuazione, ma anche lotta agli sprechi e, perciò, necessità di coordinare il preesistente a favore di un progetto/percorso in grado di fare fronte a qualsivoglia necessità.

In ragione di questa scelta di fondo, si richiede di destinare i locali di proprietà comunale di via B. Tanucci n.9 a "Centro diurno per persone sfd", promosso dal Comune di Napoli e, in una prima fase, così articolato:

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Anxanum per PierMatteo

La maglietta della squadra di calcio che, a Lanciano, in Abruzzo, partecipa al torneo di calcetto a 5 Anxanum per PierMatteo, in memoria del giovane deceduto per un male incurabile.

Video

ASSEMBLEA NAZIONALE stopOPG


Roma 12 giugno ore 10  Centro Congressi via dei Frentani, 4

 

per chiudere (senza trucchi) gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari: mai più internati …

per fermare il disegno di legge (Ciccioli & c) contro la legge Basaglia: mai più manicomi ...

per il diritto costituzionale alla Salute e alle cure: rispettare la persona umana (e basta tagli al welfare)


Non esistono persone normali e non, ma donne e uomini con punti di forza e debolezza ed è compito della società fare in modo che ciascuno possa sentirsi   libero, senza sentirsi solo” (Franco Basaglia)

 

LA DIFESA DELLA SALUTE MENTALE BENE DI TUTTI


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DALLO SMANTELLAMENTO DELLE ISTITUZIONI TOTALI AL PROTAGONISMO DEGLI UTENTI: LA COOPERAZIONE SOCIALE PER LA SALUTE MENTALE

Utenti, familiari, operatori e associazioni a Roma per l’incontro
nazionale di Legacoopsociali

“Fermare il Ddl Ciccioli passato alla Camera e costruire una Rete tra
servizi pubblici, associazionismo e cooperative”


Roma, 23 maggio 2012  Oltre un centinaio i partecipanti, cooperative
sociali e associazioni degli utenti, dei familiari e degli operatori
(Airsam, Coordinamento Nazionale Utenti Salute Mentale, Psichiatria
Democratica, Unasam), hanno partecipato al seminario nazionale “Dallo
smantellamento delle istituzioni totali al protagonismo degli utenti: la
Cooperazione sociale per la Salute Mentale” organizzato da
Legacoopsociali sul futuro del settore e che si è tenuto ieri al Nuovo
Cinema Aquila. Il dibattito si è articolato sulle tante questioni legate
al reinserimento e all’inclusione dei sofferenti psichici: superamento
degli Opg, abitare, budgets di cura, doppie diagnosi, lavoro, esordi,
salute mentale come bene comune, salute mentale e dipendenze da
sostanze, salute mentale e nuove dipendenze, partendo dalla
presentazione delle buone pratiche che le cooperative sociali stanno
sviluppando su questi temi.

«Le politiche di Salute Mentale – ha affermato Gian Luigi Bettoli,
responsabile per il settore nella Presidenza di Legacoopsociali – non
sono un intervento rivolto a una pretesa “minoranza deviante” ma sono un
elemento fondativo del benessere generale della popolazione. A
dimostrarlo sono i dati: un quinto degli italiani incontra almeno una
volta nella vita problematiche di disagio psichico. Analogamente, per la
cooperazione sociale l’impegno e l’intervento sulla Salute Mentale sono
elemento fondativo dell’iniziativa delle cooperative sociali, sia sul
versante dell’inserimento lavorativo che dei servizi socio sanitari ed
educativi, sin dai tempi delle prime esperienze di deospedalizzazione
che portarono alla Legge 180 del 1978.”

“Non ci culliamo nel tentativo di riproporre i sacrifici, le battaglie e
i successi del passato” ha proseguito Bettoli. “Oggi, una nuova
generazione di cooperatori sociali sta prendendo in mano quel testimone,
con una visione che si rinnova ma non è meno ferma e netta nei suoi
riferimenti sostanziali: il superamento di ogni forma di
istituzionalizzazione reclusoria e contenitiva, la promozione di servizi
a base comunitaria operanti in rete nei territori e, in primo luogo, la
centralità e il protagonismo della persona concreta  soggetto del lavoro
di cura e del percorso di inclusione. Come cooperatori sociali,
riteniamo un fatto storico il sorgere finalmente, anche nel nostro
paese, di associazioni di utenti, che recentemente si sono riunite in un
loro Coordinamento nazionale.”

  “Per questo” ha sostenuto Paola Menetti, Presidente dell’Associazione,
“Legacoopsociali esprime pesanti riserve sul DdL Ciccioli approvato
dalla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati nei giorni
scorsi (che, all’indomani della chiusura degli Ospedali Psichiatrici
Giudiziari, ripropone la contenzione manicomiale sotto altre
definizioni) e si unisce  alle iniziative che chiedono sia fermato.”

“Il problema non è certo quello di avere ulteriori nuove leggi, ce ne
sono abbastanza per operare” ha ribadito Bettoli. “E’ la situazione
reale di incompleta applicazione della legge 180 e delle normative
attuative a preoccuparci. Parlare di applicazione a macchia di leopardo
appare francamente riduttivo. Bisogna avere il coraggio di dire con
forza che la legge 180 non è applicata nella globalità del territorio
nazionale, in "coerenza" frustrante con la mancanza di risorse, di una
rete diffusa di servizi di neuropsichiatria infantile e
dell'adolescenza, con la centralità tuttora inviolata delle strutture
ospedaliere e perfino con la permanenza di pratiche di contenimento, non
solo farmacologiche. Ci preoccupano le iniziative di progressivo
smantellamento dei Dipartimenti di Salute Mentale in diversi territori,
ed il crescente numero di servizi di territorio che vengono chiusi,
quasi sempre a beneficio di ben più costosi reinternamenti in strutture
sanitarie private.”

“I fatti” ha concluso Paola Menetti “confermano la nostra convinzione
che mettere al centro delle politiche per la Salute Mentale il lavoro di
rete, tra servizi pubblici, associazionismo e cooperazione sociale, tra
risposte specialistiche e lavoro di inclusione sociale, è non solo più
utile ed efficace per le persone, ma nel tempo anche più efficiente e
meno costoso. Chiediamo che questo orientamento sia pienamente assunto
nel percorso di definizione del nuovo Patto per la Salute.”

La doppia pena degli internati nei vecchi manicomi criminali

Per le donne «inquiete» c’era addirittura un reparto apposito. Ma non è solo storia La strada è ancora lunga per chiudere il capitolo dei lager

ROMA. CHI NON HA PROVATO UN VERO SGOMENTO RIVEDENDO LE DRAMMATICHE SEQUENZE DEL DOCUMENTARIO PRESA DIRETTA SUGLI OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI», realizzato per conto della Commissione Marino? I volti segnati dalla sofferenza. Le vite spezzate, i letti di contenzione. Il degrado. Scene da girone infernale, ma drammaticamente vere, vissute ancora oggi da un migliaio di «pazienti».

Per molti di loro la colpa sta tutta in un paradosso: l’essere stati considerati «non imputabili» dalla giustizia perché «incapaci di intendere e volere» al momento in cui hanno compiuto qualche reato.

È stato così quasi vent’anni fa per un allora giovane che a Catania ha rapinato un bar con una mano in tasca, simulando di avere una pistola. Bottino magro: seimila lire. Pene lievissime per i complici. Lui sta ancora scontando la sua pena nel manicomio criminale di Barcellona Pozzo di Gotto, prorogata di sei mesi in sei mesi per «pericolosità sociale». Né cure, né recupero sociale per lui. Quanti articoli della Costituzione sono stati stracciati in nome di un’astratta sicurezza sociale? «Non mi merito questo» urlava alle telecamere.

È grazie al lavoro di denuncia della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema sanitario, presieduta dal senatore Ignazio Marino e a quel filmato se l’opinione pubblica ha iniziato a capire, che la tenace battaglia civile, culturale e politica condotta da Psichiatria Democratica e da tante altre realtà ha trovato maggiore ascolto.

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Contro la riapertura dei manicomi

Comunicato stampa

 

La proposta dell'On. Ciccioli di riforma della legge 180/78, approvata ieri in commissione Affari sociali e Sanità da una rinata accoppiata parlamentare PDL - Lega, reintroduce - nei fatti -  null'altro che pesanti segmenti di custodia neo-manicomiale. Perla tra le perle, all'articolo 5 del dispositivo si può leggere: " Il trattamento necessario extraospedaliero prolungato ha la durata di sei mesi..." e prolungato sino ad un anno! in barba a tutte le leggi vigenti, a partire dalla nostra Carta costituzionale.

Insomma tutte le significative e concrete esperienze di presa in carico del disagio sul territorio, diffuse in maniera capillare ormai in tantissime parti del Paese, promosse dal 1978 in poi, dai Servizi pubblici in collaborazione con il privato sociale e gomito a gomito con  Associazioni di familiari e utenti, Istituzioni locali, verrebbero sostituite da questa melassa rancida che sa tanto di revanscismo e di stato sanitario di polizia. La filosofia di controllo sociale si rileva in tutto l'impianto: ne è un esempio lampante l'art.4, dove nella pratica al comma 2 si riesumano - all'interno dei DEA- nientemeno che le vecchie Osservazioni dei defunti, e mai rimpianti, Ospedali Psichiatrici.

Sono i fatti, le ricerche scientifiche, le attestazioni di gruppi e commissioni di studio - anche internazionali - che danno ragione ai tanti che, come Psichiatria Democratica (PD), si battono da anni perchè i dettami della riforma psichiatrica possano sempre più trovare piena applicazione nelle Unità territoriali, oggi falcidiate nelle risorse essenziali, da indiscriminati tagli della spesa.

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: ritorno all'ospedalizzazione, tendenza crescente alla medicalizzazione e alla burocratizzazione e riduzione progressiva di spazi per un nuovo protagonismo degli utenti senza alcuna progettualità per il riscatto attraverso il lavoro e l'abitare.

PD che continua, senza sosta, il proprio impegno affinchè gli Ospedali  Psichiatrici Giudiziari,  possano essere superati "presto e bene" attraverso l'attuazione di programmi individualizzati per ciascuna persona ristretta, chiama a raccolta gli operatori della Salute mentale, il mondo politico democratico, dell'informazione e della cultura, le forze sindacali ed il mondo dell'associazionismo e del volontariato a rispondere a muso duro ai tentativi di riportare indietro il Paese intero di decenni, agli anni bui della custodia, in nome della sicurezza e della normalizzazione.

 

18, maggio, 2012

 

Tutte le iniziative che verranno intraprese come le comunicazioni su questo blitz, saranno tempestivamente pubblicate sul sito di Psichiatria Democratica.

 

Riaprire i Manicomi in Italia!

Giovedì 17 maggio 2012, nella Commissione Affari Sociali e Sanità della Camera dei Deputati, PDL e Lega Nord, votano per fare riaprire i Manicomi in Italia.

Psichiatria Democratica (PD) si opporrà senza risparmiarsi in tutte le sedi, a qualsivoglia tentativo di riportare l'intero Paese agli anni bui della segregazione e dell'oblio manicomiale.

Questo funesto abbraccio PDL-Lega su di un tema così delicato è, per PD, rivolto non solo contro le persone in diffficoltà, le loro famiglie e gli operatori ma contro l'intero Paese. L'Italia infatti dall'approvazione della legge 180 nel 1978 ad oggi, ha scritto a chiare letttere  che curare non potrà mai significare rinchiudere come accadeva in passato e che la Salute Mentale di comunità, così come si è delineata negli anni con risultati più che lusinghieri, è l'unica strada da continuare a percorrere.

Si riportano le prime dichiarazione al voto dei Deputati MariaAntonietta Faina Coscioni, Margherita Miotto e della Senatrice Donatella Poretti.

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