l'UNITA'- Giovedì 5 gennaio 2012
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- Pubblicato Giovedì, 05 Gennaio 2012 10:33
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Che cosa lega l'articolo 1 il 18 e la legge 180.
di Emilio Lupo, Psichiatra
Segretario Nazionale di Psichiatria Democratica
Ed ecco i numeri: 1, 18 e 180.
Forse perchè i conti si fanno a fine d'anno,
che un ciclo si è concluso (con danni gravi, assai),
ed un altro si è appena aperto ( e già fa male, tanto).
Piuttosto, dicono gli esperti, i numeri hanno sempre un filo che li unisce,
li mescola,
li completa.
Lo stesso filo che divide,
minimizza o esaspera.
Con dentro le persone,
sole,
stritolate,
affannate,
da nord a sud.
Numeri che chiudono ma anche che tengono aperta,
una speranza,
una lotta,
una Nazione.
E il numero 1 così recita:
"L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro",
un numero sul quale si sono abbattuti tanti altri e, precisamente:
due milioni e oltre di disoccupati.
Ma i numeri - si sa - sono, talora, anche paradossali,
dispettosi,
ingenui,
soffocanti,
frizzanti e vivaci.
Non per il numero 1. Giammai!
Lui è sempre in alto,
maestoso,
rassicurante.
Una grande madre.
un padre autorevole.
Un occhio che vigila.
La vetta, insomma.
Eppure piccolo nella sventura,
quando la somma del comignolo che non fuma più,
e della mensa vuota,
e del deposito deserto,
e del reparto muto e della tuta al chiodo, raggiunge prima i milioni
e poi il miliardo.
E così non sta più in alto,
e diventa matrigna,
disamorato.
Ultimo con gli ultimi.
E si fa avanti il numero 18 che così recita:
" il giudice con la sentenza con cui dichiara inefficace il licenziamento ai sensi....o annulla il licenziamento intimato senza giusta causa o giustificato motivo, ovvero ne dichiara la nullità a norma della legge stessa, ordina al datore di lavoro....... di reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro.....". E' questo un numero per così dire rinnovato e rinnovabile
o forse più precisamente periodico,
non nella sua accezione tecnica, piuttosto in quella politica.
Una sorta di licenza poetica con l'imprimatur dello Stato.
Oppure un riflesso pavloviano: basta sedersi - anche per un attimo - nella stanza dei bottoni ed ecco che il riflesso diventa subito condizionato, anche da chi non te lo aspetteresti: per salvare il Paese, per creare posti di lavoro - si sentenzia - bisogna rivedere l'articolo 18 (sic!). La panacea.
Intanto nel Paese si registra un miliardo (leggasi un miliardo!) di ore di cassa integrazione,
e ben 4 milioni di precari e, così, ti vedi costretto, dopo tanti anni di duro lavoro
come di pochi mesi
di esperienza - nei quali hai messo l'anima -
o ad accettare un contratto capestro
oppure portare la testa,
le mani,
l'anima,
lontano da casa.
Ritorna, d'incanto, il paradosso dei numeri: per assumere bisogna licenziare!
Ed eccolo che entra il campo il numero 180, che tra le tante cose afferma che: èin ogni caso vietato costruire nuovi ospedali psichiatrici, ma anche che l'assistenza psichiatrica non è più manicomio, elettroshock, letto di contenzione, bomba di farmaci, inguaribilità,
ma visita ambulatoriale/domiciliare,
Centro diurno,
lavoro, casa, vacanze.
Insomma dignità e nuovo protagonismo di utenti, familiari e operatori.
Alla sopraffazione si sostituisce il prendersi cura.
1, 18,180.
Tre numeri apparentemente distanti.
Tre numeri forti.
Tre pagine indelebili.
Scritte con il sangue, la fatica e la testa
da chi non ci sta a dire sempre di sì.
Tre pagine repubblicane.
Laiche.
Tre simboli di un Paese che se rinasce lo farà
partendo da queste basi.
L'Unità d'Italia ha anche questi numeri.