Emilio Lupo (Psichiatria Democratica): "Una data certa per
la chiusura degli Opg"
Psichiatria Democratica lancia un
appello per la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Veri e propri
gironi infernali, dove, in condizioni spesso disumane, sono ancora costrette a
vivere 1500 persone. Stanze sporche e sovraffollate, uomini disperati che
implorano di uscire: le immagini riprese durante i sopralluoghi della
Commissione parlamentare d’Inchiesta presieduta da Ignazio Marino hanno
sollevato il velo su una realtà vergognosa e dimenticata. Gli Opg in funzione
sono sei; due in Campania, ad Aversa e a Secondigliano. “Sono strutture fuori
da ogni logica, appartengono alla preistoria della psichiatria. Vanno chiusi
presto e bene. Non si può pensare di perdere ulteriore tempo”, attacca il
segretario nazionale di Psichiatria democratica Emilio
Lupo, che propone un piano di dismissione, già presentato alla
Commissione Marino.
Quale exit
strategy proponete?
“Vanno
immediatamente individuate strutture alternative, sul modello delle case
famiglia, dove sia possibile effettuare percorsi individualizzati di cura e
reinserimento con operatori specializzati. Per far questo è necessario che
siano stabilite risorse adeguate e durature”.
Chi dovrà
prendersi carico del passaggio?
“Occorre
una tempistica certa. Il Governo deve stabilire una data entro cui gli Opg
dovranno essere chiusi. E vanno previste sanzioni economiche nei confronti
degli Enti inadempienti ed eventualmente il ricorso a commissari ad acta se i
programmi di chiusura non vengono svolti a dovere. Alle Regioni poi, attraverso
le Asl, il compito di implementare i progetti”.
Avete
riscontrato resistenze?
“La
commissione Marino ha dimostrato di essere sensibile all’argomento e di voler
trovare una soluzione. Ci sono resistenze ataviche, la malattia mentale, e in
particolare se legata ai reati, suscita sempre paure sociali. La certezza della
pena, però, non può rendere giustificabile il fatto che scontarla diventi un
inferno in cui vengono annullati i diritti umani elementari. Bisogna finalmente
avere il coraggio di sperimentare percorsi alternativi”.
Le nuove
strutture costeranno di più?
“Il
personale specializzato per la presa in carico nelle nuove strutture, in parte
c’è ma in parte dovrà essere formato. In generale l’esperienza dimostra
chiaramente che le esternalizzazioni dei servizi pesa molto meno sul budget
sanitario. Ma ripeto, al di là delle considerazioni di spesa, continuare a
tenere aperti gli Opg è un crimine e dobbiamo ribellarci”.
C’è poi l’emergenza
nell’emergenza dei malati che hanno finito la pena ma restano internati per
mancanze di alternative.
“Sono
almeno in trecento. La loro condizione di detenzione forzata è uno scandalo che
riassume tutta l’assurdità degli Opg. Hanno scontato i reati, ma non sono
guariti mancano le strutture di reinserimento e così i giudici ne prorogano la
permanenza. Sono esistenze che in questo modo vengono annullate, cancellate. E’
doveroso cominciare da subito con questi trecento per avviare il programma di affidamento
a strutture esterne. Senza perdere più tempo”.
Per
aderire all’appello che conta tra i primi firmatari Ermanno Rea, Attilio
Bolzoni, Corrado Staiano, Claudio Bisio, Erri De Luca, Simone Cristicchi,
Sergio Staino, e molti altri esponenti del mondo della cultura e dello
spettacolo, www.psichiatriademocratica.com
Luca
Romano
22 luglio
2011