DOCUMENTO FINALE DEL 44° CONVEGNO NAZIONALE SEAC

 

COORDINAMENTO ENTI E ASSOCIAZIONI

DI VOLONTARIATO PENITENZIARIO  SEAC

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DOCUMENTO FINALE

DEL 44° CONVEGNO NAZIONALE SEAC

 

Il SEAC – Coordinamento Enti e Associazioni di Volontariato Penitenziario al termine del suo 44° Convegno Nazionale sul tema “Dal carcere alle misure alternative. La dignità della persona detenuta” , prendendo atto delle numerosissime criticità presenti nel sistema penitenziario attuale, come rilevato anche da vari esponenti della Amministrazione Penitenziaria, della classe politica e del mondo accademico intervenuti ai lavori, chiede che il Governo di recente insediato, le assemblee legislative, la Magistratura e tutti coloro che hanno un ruolo attivo nella gestione della cosa pubblica si adoperino per porre fine a quanto di irrazionale e inumano caratterizza ancora l'esperienza della pena, per restituirla alla sua finalità primaria, prevista dalla Costituzione e della leggi italiane.

In particolare si chiede di:

·         potenziare l'esecuzione penale esterna, sia dando maggiore funzionalità alle misure già attive, mediante l'incremento di operatori di area educativa interna al carcere per quanto riguarda la fase preparatoria della misura, che di operatori degli Uffici di Esecuzione Penale Esterna;

·         modificare la legge 199/2010, portando almeno a 18 mesi il limite di applicabilità della stessa. Il provvedimento di detenzione domiciliare previsto da tale legge sia irrogato direttamente dal magistrato della cognizione e non dal magistrato di sorveglianza, per evitare un inutile appesantimento burocratico;

·         prevedere forme di messa alla prova, magari accompagnate da lavori socialmente utili o da azioni riparative per le vittime del reato o per la collettività, come già viene fatto in altri paesi europei. Una tale previsione si rende particolarmente urgente per gli adulti più giovani, a cui va, per quanto possibile, evitata l'esperienza della detenzione in modo da scongiurare un ulteriore avvicinamento al circuito criminale;

·         finanziare nuovamente e con urgenza  la legge 193/2000 (legge Smuraglia), che mediante il sistema degli sgravi fiscali ha creato percorsi di inserimento lavorativo e riabilitazione dei detenuti;

·         impegnare i Provveditorati Regionali dell'Amministrazione Penitenziaria, le Regioni, gli Enti Locali territoriali e il Terzo Settore a elaborare progetti di ampio respiro per il reinserimento sociale dei detenuti, per lo svolgimento delle misure alternative alla carcerazione mediante la costruzione di borse lavoro, e il reperimento di opportunità abitative. Per il finanziamento di tali progetti si chiede che venga impegnata la Cassa delle Ammende.

 

In ordine ai problemi legati alla detenzione e al sovraffollamento delle carceri italiane l'assemblea SEAC, sollecitando una urgente revisione del Codice Penale che utilizzi la pena detentiva solo per i reati più gravi, propone:

 

·         l'abolizione della legge Cirielli e la totale depenalizzazione dei reati legati allo status di migrante, anche alla luce della giurisprudenza europea in materia;

·         la razionalizzazione del circuito penale, a partire da una interpretazione consapevole dei dati sulla consistenza della popolazione detenuta per provenienza geografica, per durata della pena, per appartenenza a particolari tipologie (alta sicurezza, tossicodipendenza, condizione sanitaria ecc...);

·         la definizione di una data ultimativa certa per la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e la previa e necessaria intesa con le  strutture sanitarie locali per la presa in carico dei pazienti attualmente in essi internati;

·         lo storno di un 5% delle risorse utilizzate per la gestione del circuito carcerario verso il sistema delle pene alternative alla detenzione.

 

 

                                                           Votato all'unanimità dall'Assemblea Nazionale del SEAC

                                                                                  il 26 novembre 2011