Vendola e Fiore siglano Protocollo per la tutela della salute dei detenuti

 “Pur mettendo in piedi modelli evoluti di relazioni tra diverse Amministrazioni dello Stato per mettere al centro i diritti dei detenuti, come quello contenuto nel Protocollo d’Intesa che firmiamo oggi, rischiamo di scivolare, giorno dopo giorno, in una condizione di assoluta drammaticità. Oggi siamo seduti su una polveriera. Settantamila detenuti sono un dato assolutamente inedito nella storia nazionale.
 Chi ha vissuto come me una vita intera occupandosi di tematiche legate al carcere, sa bene che, non molti anni fa, quando si toccava quota “45 mila detenuti” c’era, in genere, una sollevazione di coscienze, maturava il sentimento dello scandalo: giornali e televisioni raccontavano l’insopportabilità, perché il sovraffollamento carcerario è di per sé la negazione del precetto costituzionale dell’umanità della pena”.

Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola siglando questa mattina il Protocollo d’intesa con il Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria per la Puglia Giuseppe Martone e il Direttore del Centro Giustizia Minorile per la Puglia Francesca Perrini. Obiettivo del Protocollo è definire le forme di collaborazione tra i diversi livelli istituzionali per garantire la tutela della salute ed il recupero dei detenuti adulti e minorenni e assicurare loro l’assistenza sanitaria.

 “Cosa significa 70 mila detenuti? Significa che noi siamo in aperta violazione della Costituzione e dei diritti umani – ha continuato Vendola - le galere pugliesi sono, da questo punto di vista, in perfetta sintonia con questo disastro. In tutte le nostre carceri abbiamo circa il doppio della popolazione che dovrebbe lì risiedervi. Contemporaneamente, a fronte di questo dato che descrive l’inaudita gravità della condizione carceraria e dentro il processo di trasferimento delle funzioni sanitarie dalla vecchia medicina penitenziaria alle Asl, vi è il dimagrimento sostanzioso delle dotazioni finanziarie. E ancora contemporaneamente, come un imperativo morale dell’epoca nostra, ci sono i tagli alla spesa sociale. Questo combinato disposto dell’austerità coatta e della condizione di sovraffollamento potrebbe produrre storie di cui vergognarsi per svariati secoli”. 
Un contesto dunque non facile, che lascia prevedere, così come sottolineato anche da Vendola, “una tendenza naturale a non occuparsi più degli ultimi”.
“Lo sforzo invece che noi stiamo facendo - ha aggiunto l’assessore alle Politiche per la salute Tommaso Fiore - è quello di non dimenticare gli ultimi: i detenuti, i matti, i drogati. Rimetterli al centro di una riflessione, convinti come siamo che quello, paradossalmente, sia il vero parametro di misura della nostra capacità di servizio sanitario. Soltanto occupandoci di questi problemi – ha continuato Fiore - saremo in grado di occuparci degli altri problemi. Mi auguro che questo lavoro collettivo serva a migliorare l’azione del servizio e ad individuare i settori prioritari su cui intervenire come la prevenzione e la diagnosi. Tuttavia, il senso vero di questa iniziativa credo risieda nel mettere al centro della nostra attenzione le situazioni più critiche”.
Ad illustrare i contenuti del protocollo, che rappresenta un esempio di “collaborazione interistituzionale” molto alta, il dirigente del Servizio Programmazione Assistenza territoriale e Prevenzione dell’Assessorato alle politiche della salute, Fulvio Longo che ha sottolineato la gravità di due elementi, e cioè il sovraffollamento delle carceri (4.500 detenuti nelle carceri pugliesi a fronte di una capacità di 2.600 posti ndr) “un elemento questo che sviluppa condizioni di patologia” e la carenza di organico.