Goffredo Fofi incontra Letizia Battaglia

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Goffredo Fofi incontra Letizia Battaglia:

I manicomi a 40 anni dalla morte di Franco Basaglia.

Roma,15/1/2020, Palazzo Merulana

Un incontro affollatissimo quello di mercoledì scorso. La triade Fofi, Battaglia, Basaglia ha attirato moltissime persone che hanno riempito la sala di palazzo Merulana all’inverosimile per una serata che vedeva al centro Letizia Battaglia e le sue belle foto scattate al manicomio di Palermo anni addietro.

Fofi ha rievocato quell’epoca di impegno collettivo per la chiusura degli ospedali psichiatrici, la sensibilità per il sociale, la società e per gli esclusi, le lotte per l’approvazione di una riforma psichiatrica esitate nella legge 180. Letizia Battaglia, fotografa, fotoreporter e politica (è stata consigliera regionale in Sicilia) ha raccontato con grazia e umanità il suo personale rapporto con l’esperienza manicomiale vissuta in due anni di lavoro sociale pressola Real Casa dei Matti della sua città. Mentre Fofi e Battaglia dialogavano scorrevano alle loro spalle alcune dei suoi scatti, foto toccanti e intense più esplicite di qualsiasi discorso. Mi sono chiesto chi potrebbe narrare oggi per immagini lo stato attuale della salute mentale nel nostro paese, chi come la Battaglia e tanti altri grandi raccontatori per immagini fecero per il manicomio, sarebbe in grado di documentare cosa succede a chi soffre di disturbi mentali e interagisce con la psichiatria. Difficile rispondere. Il manicomio, prima che un dispositivo   sociale,   era   un   luogo,   spesso   di   orrore,   sempre   di   abbandono,   ma   un   luogo   fisico   che rappresentava la violenza visibile che, pur se nascosta da mura, veniva svelata da immagini esplicite che mostravano cosa si nascondeva in un’istituzione totale. Cosa far vedere oggi? Non che la violenza o l’abbandono siano scomparsi, ma tutto è più complesso, la stessa società lo è, come pure una psichiatria che ha vissuto quarant’anni di riforma e che, pur con le conquiste raggiunte, non è ancora realmente riformata. L’incontro a palazzo Merulana ha raccontato il passato, ed è bene che non se ne perda memoria. Urge tuttavia una narrazione dell’oggi perché le persone conoscano, aprano gli occhi, osservino con occhio critico quel che sta avvenendo in Italia al sistema pubblico di salute mentale, quello che potrebbe riguardare chiunque di noi in un momento di difficoltà esistenziale ricevendo risposte non troppo lontane da quelle del passato.

Antonello D’Elia