intervento di S, Di Fede

 

Locandina Consolo Immagine

 

 

Cultura, impegno civile e salute mentale nell'opera e negli scritti di Vincenzo Consolo

 Pubblichiamo l'introduzione di Salvatore Di Fede Segretario nazionale di Psichiatria Democratica al Convegno di Milano del 13 Ottobre sull'opera letteraria e sull'impegno nel campo della salute mentale di Vincenzo Consolo. 

Nel corso dell'evento grazie alla qualità e alle competenze specifiche dei relatori intervenuti si è anche affrontato il tema della salute mentale a Milano e in Lombardia.


"Per la difesa della civiltà di questo paese".
La 180 non si cambia, la 180 si difende

     Scriveva, in una nostra pubblicazione collettiva, Vincenzo Consolo che ci saremmo stati noi di Psichiatria Democratica a difendere la civiltà di questo paese...

 

Era quella l'epoca di Berlusconi e della tentata riforma della 180 e quindi del pericolo di una reintroduzione di un modello psichiatrico nuovamente asilare e lontano dai bisogni di salute delle persone e delle comunità... 

Ma anche oggi mentre parliamo la 180 è sottoposta a una sorta di revisione e stavolta da sinistra... Sia pure di governo ... 

La 180 bis, presentata in queste settimane in sostituzione della già cosiddetta 181 di qualche anno addietro e fatta passare sui media come un tentativo stavolta di sola applicazione della 180
 attraverso lo strumento del DDL (pur con il generoso contributo parlamentare della Nerina Dirindin e di Luigi Manconi con cui speriamo di confrontarci presto)...

 è in realtà una assai asfittica strategia per la decretazione di regole che si vogliono generalizzare tra l'altro assumendo strumentalmente l'utopia della 180 e ciò che nelle pratiche si è concretizzato per rivoluzionare i percorsi di salute mentale in Italia ... 
e si mostra invece come una tattica compromissoria che se guadagna, conservando e cristallizzando l'esistente, al contempo si incarica di depotenziare la legge della sua carica rivoluzionaria e il movimento che ne tenta da decenni l'attuazione ... Una rinuncia di senso, chiesta alla lotta per la continua necessaria trasformazione della cura...lotta inesausta per adeguarla alle mutazioni sociali, comunitarie ed esistenziali e dunque per il benessere e la salute delle persone e della comunità diffusa... 

Eppure Basaglia con la critica all'istituzione manicomiale prima e il concreto processo di de-istituzionalizzazione dopo, se ha da un lato ha svelato il ruolo di controllore del dissenso e della deviazione dalla norma, attribuito alla psichiatria, dall'altra ha praticato, con successo, la via della salute mentale come critica permanente ai dispositivi di potere che sussisto nelle relazioni di cura e nel rapporto con le sue istituzioni... e quindi la restituzione di senso alle relazioni di cura attraverso la lotta sociale allo stigma e ogni volta per la riconquista di soggettività delle persone con disagio: conquistando agibilità ai diritti, di quelli di cittadinanza e il potere di decidere di sè e per sè...nella libertà dei processi di cura... La libertà è terapeutica...

E questi quarant'anni, trascorsi dalla promulgazione della legge 180 ad oggi, hanno mostrato come tali pratiche innovative hanno rivoluzionato non solo la psichiatria ma tutta la medicina di cura e informato di sè la realtà sociale italiana... 

E pensiamo per questo alla battaglia che come psichiatria democratica abbiamo combattuto per la chiusura degli opg e per questo contribuito a convincere tutti che (citando la Merini) il manicomio e sempre un dolore inutile : dal Quirinale alle associazioni... agli operatori stessi degli opg)...
Includendo in quella lotta la nostra critica anche all'attuale senso, gestione e finalità delle carceri italiane...


Ma ecco ci risiamo... oggi dovremmo lasciar passare un DDL che nulla aggiunge di nuovo perché l'ultimo "progetto obiettivo in materia" aveva già descritto l'organizzazione necessaria che le pratiche stesse avevano affermato come utili ai bisogni degli utenti e pure le risorse economiche erano da tempo quantificate nel 5% delle fabbisogno per la salute mentale... 

Il DDL, normalizzando l'utopia e cristallizzando le pratiche di liberazione che ne sono poi venute, vorrebbe in realtà farci rinunciare al processo di conquista di questi anni e che è tuttora necessario, funzionale alla legge 180 e dunque fattivo, inesausto e collettivo... 
... e ciò si fa, da parte degli psichiatri presentatori del DDL , che certo per questo vorranno passare alla storia, con i fuochi speriamo fatui di un decreto ad hoc... Offrendo per di più a un governo a fine legislatura l'alibi di fare qualcosa nel disastro della sanità di cui è complice attivo... 

il rischio, con lo strumento del DDL, di confinare la salute mentale in un nuova separazione è dunque reale... Di nuovo una concertazione separata, siamo di nuovo esclusi come utenti e come cittadini dalla battaglia per il diritto alla salute complessiva della comunità di cui la salute mentale è parte e conseguenza insieme ... Ci si chiede insomma di rinunciare a una lotta condivisa e collettivamente agita che ha sempre rifiutato di circoscriversi...
 allargando bensì il proprio impegno, di operatori per il cambiamento sociale, quali noi siamo, alla battaglia per il lavoro, per il diritto all'abitare... per il tempo da dedicare all'amicizia... all'amore... All'ozio ricreativo e creativo...

... il problema attuale non è nel chi deve mettere il cappello, attraverso il DDL, sull'organizzazione dei Servizi e le loro pratiche che questi anni il movimento per la riforma della psichiatria ha affermato, bensì il problema sta tutto, ancora e sempre, nelle risorse umane disponibili ai Servizi che sono in molte regioni in una quasi liquidazione o ridotti allo stremo per una la crisi di sistema che riguarda con il mondo del lavoro e dei suoi diritti, anche quello dei diritti alla prevenzione, alla salute e quindi alla casa... Pensiamo per questo per esempio alla situazione lombarda che i dati della recente analisi della siep descrivono come a rischio di un nuovo internamento... 

. La 180 ha permesso agli operatori della salute mentale, pubblici e della cooperazione sociale, l'idea della visione complessa e articolata dei problemi e delle risposte a questi, nella dimostrazione che gli uni e gli altri nascono e si risolvono nello stesso contesto di relazioni umane, economiche e sociali in cui si mostrano e si definiscono come tali... 

No "la storia non è finita" e davvero non permetteremo che passi la mistificatoria possibilità di decretare per legge il presunto raggiunto benessere mentale e collettivo ... 
La lotta per la conquista al diritto all'esistenza, pur mimetizzata e talvolta addirittura negata, cancellata con la ideologia dello scarto umano, vede si, gli ultimi, ancora sconfitti... E di nuovo colpiti dal disagio, ammalati e poveri... 
Ma vede al contempo attivi e numerosi, vecchi e nuovi agenti di cambiamento... E Psichiatria democratica è parte di questo movimento per la attuazione della centottanta... Come è per la protesta di Torino del 17 ottobre prossimo al consiglio regionale contro un'altro decreto e col movimento di lotta pugliese" rompiamo il silenzio"...

... Perchè la salute mentale è un altro modo di fare scienza... Ed è fatto di luoghi attraversati, aperto alle contaminazioni, luogo per l'invenzione sociale... Luogo di socialità e di ri-socializzazioni... Dove ripensare al nostro contratto sociale ... Ai fondamenti stessi delle nostre comunità...

Luoghi che sono evoluti anche grazie all'apporto di intellettuali di classe (se mi permettete qui la parla classe è usata nella doppia accezione) come fu Consolo e per le sue riflessioni... come è per quella che Emilio lupo cita in una sua recente relazione e con cui mi preparo a concludere anche per rendere attiva presenza la sua non voluta assenza, qui, con noi, oggi...

"In una intervista, a Marino Sinibaldi, Vincenzo Consolo diceva così: 'Ho voluto creare una lingua che esprimesse una ribellione totale alla storia e ai suoi esiti. ma non è dialetto. È l'immissione nel codice linguistico nazionale di un materiale che non era registrato, è l'innesto di vocaboli che sono stati espulsi e dimenticati. Io cerco di salvare le parole per salvare i sentimenti che le parole esprimono, per salvare una certa storia'. La nostra personale lettura - commenta Emilio Lupo - è che Consolo sottolinei, con estrema chiarezza, che vi è una soggettività del singolo che va sempre rispettata e, perciò, si oppone alla lingua di uso corrente che non contempla la diversità. Ed  Emilio Lupo così continua:” ..le vite dei pazienti erano un materiale non registrato ed i vocaboli espulsi di cui dice Consolo, erano gli uomini e le donne relegate in manicomio, perché dimenticati ed espulsi dal contesto civile”. Sono questi i modelli a cui dobbiamo continuare a rimanere attenti, perché intrisi di umanità e di passione, di conoscenza e di condivisione, di progettualità e di concretezza. Sono queste, del resto, le direttrici sulle quali ci siamo mossi, anche negli ultimi anni: contro gli OPG e le pratiche di shock, a favore delle persone costrette a vivere in strada o in condizioni disumane nelle carceri e nei centri di detenzione per migranti, nel contrasto ai tentativi di smontare i Servizi psichiatrici territoriali e promuovere una Salute Mentale di e nelle comunità".

Salvatore Di Fede 
Segretario nazionale di Psichiatria Democratica