GRUPPO DI LAVORO: INFANZIA E ADOLESCENZA.

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CONGRESSO NAZIONALE PSICHIATRIA DEMOCRATICA

VICO EQUENSE (NA) – 4 e 5 aprile 2014

GRUPPO DI LAVORO: INFANZIA E ADOLESCENZA


Relazione

Ci siamo trovati a discutere liberamente delle questioni riguardanti l’infanzia. Le criticità ed i punti di forza.

Siamo intervenuti tutti e si è sviluppato un confronto animato.

La presenza delle diverse figure professionali e di operatori provenienti da diverse formazioni ha contribuito a discutere degli argomenti in maniera aperta e fuori dagli schemi dei “professionisti” della salute mentale, come è appunto tradizione di Psichiatria Democratica.

Hanno partecipato al gruppo diversi psichiatri, un paio di neuropsichiatri infantili, un ceramista, un paio di psicologi, un avvocato, un giudice; provenienti da diverse regioni italiane (Bari, Merano, Roma, Napoli, Lanciano, Vico) e quindi da diversi territori caratterizzati da esperienze culturali molto diverse.

Ciò ha contribuito ulteriormente a vivacizzare il dibattito.

In maniera schematica gli argomenti trattati sono sintetizzabili in un titolo:

  1. Penale
  2. Continuità di presa in carico.
  3. Servizi
  4. Psichiatrizzazione/Medicalizzazione/Psicologizzazione.
  5. Risorse.
  6. Indicatori epidemiologici.  

PENALE

Si è discusso a lungo delle richieste di collocamento in Comunità Terapeutiche dei minori autori di reato.

In particolare si affrontato il tema del ricorso alle Comunità, da parte dei giudici, con un intento custodialistico; in pratica si riproduce la stessa “intenzione culturale” legata all’ingresso in Ospedale Psichiatrico Giudiziario e non solo per coloro che risultano non imputabili e quindi non condannabili e socialmente pericolosi, ma per tutti coloro che presentano un vero o presunto, grave o lieve disagio psicologico e psichiatrico.

La Comunità Terapeutica è richiesta con le caratteristiche denominate “ad alta intensità assistenziale”, che significa semplicemente che deve essere sorvegliato, contenuto e trattenuto.

Naturalmente non esistono Comunità con queste tipologie di “assistenza”, ma soprattutto mancano in molte Regioni anche le semplici Comunità Terapeutiche dedicate agli adolescenti e quelle poche che ci sono, spessissimo non rispondono ai bisogni dei minori autori di reato sia in senso riabilitativo sia in senso terapeutico.

E’ necessario, in collaborazione con i magistrati (MD in particolare), discutere e ripensare la riabilitazione dei minori autori di reato.

CONTINUITA’ DI PRESA IN CARICO.

E’ stato affrontato anche il delicato tema della prevenzione e dell’assistenza riguardante la salute mentale degli adolescenti e dei giovani adulti e la necessità di avere percorsi condivisi tra servizi per l’età evolutiva e DSM.

E’ stata affrontata anche la proposta del Dipartimento per la Salute Mentale unico, ovvero dall’infanzia all’età adulta.

La maggior parte dei presenti ha ritenuto non utile un Dipartimento unico, giudicato poco idoneo ad interventi preventivi che riguardano la prima e la seconda infanzia; pensiero che rispecchia la posizione di Psichiatria Democratica, da sempre critica nei confronti di interventi che tenderebbero alla psichiatrizzazione del disagio in età evolutiva.

SERVIZI

Oltre alla organizzazione dei servizi pubblici per la salute mentale si è discusso del lavoro di rete assolutamente necessario se si vuole intervenire efficacemente nella prevenzione e nella cura.

Si è discusso sull’esistenza di una reale rete operativa, ciò al di là dei buoni propositi. In particolare si è affrontato il tema dei contesti famigliari psichiatrici, delle ricadute sui minori e dei possibili interventi.

Si è ampliato il dibattito ancora una volta sulla magistratura, questa volta civile (separazioni e divorzi) e minorile (affidamento, sostegno alla genitorialità e valutazione della capacità genitoriale). Si è dibattuto sul ruolo della rete dei servizi e di cosa si deve intendere per rete: è necessario non limitarsi solo ai servizi sociali e sanitari ma è indispensabile considerare anche il ruolo degli avvocati, sempre più specializzati nelle tematiche della tutela dei minori.

L’avvocato spesso svolge una funzione di mediazione che va ben oltre la competenza giuridica e che quindi può stemperare quelle situazioni di conflittualità deleterie non solo per i minori coinvolti ma anche per gli adulti.

Si è sottolineato come la misura della “messa alla prova” dei minori autori di reato è efficace solo se supportata da una vera rete dei servizi che opera in maniera coordinata.

PSICHIATRIZZAZIONE/MEDICALIAZZAZIONE/PSICOLOGIZZAZIONE

Solo una visione sociale ed ampia dei problemi permette di risolvere le complesse problematiche del disagio infantile ed adolescenziali; ridurre il tutto ad una visione specialistica (comunque necessaria ma non esauriente) rischia di creare interventi settoriali talvolta ulteriormente dannosi.

RISORSE

Si è evidenziato ancora una volta che i servizi per l’età evolutiva nel nostro paese esistono in maniera non omogenea nelle varie regione ed in alcuni territori mancano totalmente. I servizi sono tutti caratterizzati, tranne rare eccezioni, da scarse risorse in mezzi e personale; ma soprattutto hanno una valenza organizzativa esclusivamente di consulenza ambulatoriale e mancano di quelle strutture così dette “intermedie” (diurni, comunità) che potrebbero svolgere un’azione di presa in carico continuativa nell’arco della giornata in modo da prevenire il ricorso al ricovero ospedaliero improprio, spesso nei reparti SPDC con gli adulti, in quei limitati casi che interessano in particolare gli adolescenti.

EPIDEMIOLOGIA

Si è discusso dei numeri spesso propagandati in maniera allarmante. Vedi ad esempio la questione dei così detti bambini ADHD. Si prefigurava una epidemia di almeno 70.000 casi in Italia (numeri in libertà!!).

Ad oggi il registro ADHD dell’ Istituto Superiore di Sanità che appunto registra i casi che assumono i farmaci è al di sotto dei 3.000 casi in tutta Italia da quando è stato istituito.

Il disagio in età evolutiva esiste ed esistono anche situazioni ‘psichiatriche’ importanti e gravi: esordi psicotici, uso di sostanze, anoressia, disturbi della condotta.

I numeri non sona da epidemia però non devono essere trascurati ed è necessario avere una rete di servizi che possa intervenire precocemente e preventivamente sul nascere del disagio con la flessibilità e la consapevolezza del rischio di patologizzare situazioni che sembrano patologiche ma non lo sono; per questo i servizi per l’età evolutiva devono avere un organizzazione flessibile e devono operare costantemente in sintonia con le agenzie educative: naturali (la famiglia) e sociali (la scuola).

Enrico Nonnis

Coordinatore del Gruppo “Infanzia e Adolescenza”

Vico Equense - venerdi 4 aprile 2014