Appello per chiudere gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari

Psichiatria Democratica lancia un appello per chiudere subito i sei Ospedali Psichiatrici Giudiziari (O.P.G.) nei quali, in condizioni spesso disumane, sono costrette a vivere circa 1500 persone. I cittadini italiani hanno potuto, difatti, vedere in TV e leggere sulla stampa, il resoconto dei sopralluoghi effettuati esemplarmente dalla Commissione Parl. d'inchiesta sul SSN (presieduta dal Prof. Ignazio Marino) che ha mostrato, all'intera nazione, questi terribili luoghi dove  uomini si disperano e chiedono aiuto per uscire, finalmente,da quell'inferno.



Negli O.P.G. quotidianamente, vengono calpestati i diritti elementari dei detenuti, divenuti così persone senza volto, senza nome e soprattutto senza futuro. Ti chiediamo con la tua firma, di aiutarci a sostenere le nostre proposte, che tendono a smantellare, definitivamente,  gli O.P.G.  attraverso la creazione di piccole strutture di accoglienza e la definizione di progetti personalizzati significativi per l’inclusione sociale, lavorativa, ecc. dei tanti che sono attualmente rinchiusi.
 Al Governo chiediamo con fermezza di stabilire, per legge, la data precisa entro la quale chiudere gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. 
Alle Regioni rinnoviamo la richiesta di supportare i Dipartimenti di Salute con risorse umane  ed economiche sufficienti e durature consentendo così di attivare programmi concreti a favore degli utenti, come alla Commissione Marino  di determinare le condizioni operative per chiudere, definitivamente, questa brutta pagina di storia contemporanea. Alla Magistratura di adoperarsi per una applicazione evolutiva delle misure di sicurezza, di cui esistono già i presupposti legislativi. 
PER SOTTOSCRIVERE L'APPELLO
 FIRMA IL NOSTRO GUESTBOOK!

Firmatari:  

Vincenzo   CONSOLO  
Sergio STAINO      

Carla 

FRACCI  
Corradino  MINEO    
Luca    ZEVI   
Nando DALLA CHIESA          
Corrado STAJANO      
Attilio  BOLZONI  
Claudio BISIO   
Luigi   CIOTTI       
Ermanno REA   
Sandro    RUOTOLO  
Erri   DE LUCA     
Franco  CASSANO    
Alex ZANOTELLI  
Maurizio  COSTANZO   
Stefania  SANDRELLI  
Livio    PEPINO  
Fabrizio GIFUNI     
Simone   CRISTICCHI  
Piero  DORFLES  
Amanda  SANDRELLI     
Giulio  MANFREDONIA  
Emilio
 
LUPO Segr. Naz. Psichiatria Democratica
Luigi    ATTENASIO   Pres.Naz. Psichiatria Democratica 
Cesare  BONDIOLI   Resp. Carceri e OPG  Psichiatria Democratica
Salvatore  DI FEDE Resp. Organiz. Psichiatria Democratica
Maurizio CAIAZZO Tesoriere Psichiatria Democratica
Ilario   VOLPI  Resp. Formazione Psichiatria Democratica
Lella  ROMAGNO Resp. Cooperazione Psichiatria Democratica
GianCarlo  PERA   Resp. Immigrazione  Psichiatria Democratica
Luciano  SORRENTINO  Pres. PD Europa
Lorenzo  TORESINI Segr. PD Europa
Giuseppe   ORTANO  Comm. OPG Psichiatria Democratica
Gaetano   INTERLANDI  Comm. OPG Psichiatria Democratica
Danilo MONTINARO Comm. OPG Psichiatria Democratica

 Intervista al Segretario di P.D. Emilio Lupo

  

Emilio Lupo (Psichiatria Democratica): "Una data certa per la chiusura degli Opg"

Psichiatria Democratica lancia un appello per la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Veri e propri gironi infernali, dove, in condizioni spesso disumane, sono ancora costrette a vivere 1500 persone. Stanze sporche e sovraffollate, uomini disperati che implorano di uscire: le immagini riprese durante i sopralluoghi della Commissione parlamentare d’Inchiesta presieduta da Ignazio Marino hanno sollevato il velo su una realtà vergognosa e dimenticata. Gli Opg in funzione sono sei; due in Campania, ad Aversa e a Secondigliano. “Sono strutture fuori da ogni logica, appartengono alla preistoria della psichiatria. Vanno chiusi presto e bene. Non si può pensare di perdere ulteriore tempo”, attacca il segretario nazionale di Psichiatria democratica Emilio Lupo, che propone un piano di dismissione, già presentato alla Commissione Marino.

 

Quale exit strategy proponete?

“Vanno immediatamente individuate strutture alternative, sul modello delle case famiglia, dove sia possibile effettuare percorsi individualizzati di cura e reinserimento con operatori specializzati. Per far questo è necessario che siano stabilite risorse adeguate e durature”.

  Chi dovrà prendersi carico del passaggio?

  “Occorre una tempistica certa. Il Governo deve stabilire una data entro cui gli Opg dovranno essere chiusi. E vanno previste sanzioni economiche nei confronti degli Enti inadempienti ed eventualmente il ricorso a commissari ad acta se i programmi di chiusura non vengono svolti a dovere. Alle Regioni poi, attraverso le Asl, il compito di implementare i progetti”.

  Avete riscontrato resistenze?

  “La commissione Marino ha dimostrato di essere sensibile all’argomento e di voler trovare una soluzione. Ci sono resistenze ataviche, la malattia mentale, e in particolare se legata ai reati, suscita sempre paure sociali. La certezza della pena, però, non può rendere giustificabile il fatto che scontarla diventi un inferno in cui vengono annullati i diritti umani elementari. Bisogna finalmente avere il coraggio di sperimentare percorsi alternativi”.

 Le nuove strutture costeranno di più?

“Il personale specializzato per la presa in carico nelle nuove strutture, in parte c’è ma in parte dovrà essere formato. In generale l’esperienza dimostra chiaramente che le esternalizzazioni dei servizi pesa molto meno sul budget sanitario. Ma ripeto, al di là delle considerazioni di spesa, continuare a tenere aperti gli Opg è un crimine e dobbiamo ribellarci”.

  C’è poi l’emergenza nell’emergenza dei malati che hanno finito la pena ma restano internati per mancanze di alternative.

  “Sono almeno in trecento. La loro condizione di detenzione forzata è uno scandalo che riassume tutta l’assurdità degli Opg. Hanno scontato i reati, ma non sono guariti mancano le strutture di reinserimento e così i giudici ne prorogano la permanenza. Sono esistenze che in questo modo vengono annullate, cancellate. E’ doveroso cominciare da subito con questi trecento per avviare il programma di affidamento a strutture esterne. Senza perdere più tempo”.

  Per aderire all’appello che conta tra i primi firmatari Ermanno Rea, Attilio Bolzoni, Corrado Staiano, Claudio Bisio, Erri De Luca, Simone Cristicchi, Sergio Staino, e molti altri esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo, www.psichiatriademocratica.com

  Luca Romano

22 luglio 2011