NARRAZIONE SUONO TRASFORMAZIONE


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LA FORZA RIFORMATRICE DELLA CITTADINANZA ATTIVA


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Chiusura OPG Montelupo


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Richiesta incontro in relazione alla chiusura dell’ Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo F.no.


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ALBERGO dei poveri progetto insabbiato

ALBERGO dei poveri progetto insabbiato

la Repubblica 18 luglio 2013  (ediz. Napoli pagina 1 e IX)

FIRMA LA PETIZIONE !

Emilio LUPO – Segretario Nazionale di Psichiatria Democratica

Salvatore DI FEDE – Resp. Organizzazione Naz. di Psichiatria Democratica

Facendo un po’ i conti, sono oltre una dozzina di anni che rincorriamo le Istituzioni affinchè la città di Napoli si attrezzi – anche alla “maniera europea” – per dare risposte ai sempre più numerosi cittadini senza fissa dimora (sfd).

Sono cresciuti con gli anni!

Dicevamo alla “maniera europea”, perché ormai tutto si misura, calibra, definisce in questa dimensione, anche se, poi, tutto resta ancorato a questa dimensione del possibile, mai del realizzato. A dire la verità potremmo anche risparmiarci questa traversata nel vecchio continente perché altrove, ovvero in altre parti dello stivale, qualcosa di più si è fatto o si sta facendo.

Noi, per dirla tutta, ci abbiamo provato con tutti gli Assessori e, quindi, con tutte le Giunte sin da quando come gruppo di Associazioni, allora denominato “Laboratorio per le città sociali” offrimmo - era il 2001 - agli Amministratori (gratuitamente, sia ben chiaro) con un opuscolo più che gradevole anche dal punto di vista grafico, un dettagliato progetto sul cui frontespizio si poteva leggere: “… attivare risorse multiple ed articolate a favore dei cittadini senza fissa dimora secondo i bisogni e nel rispetto delle individualità”.

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Corso di Aggiornamento accreditato ECM “La crisi e il trattamento della grave sofferenza mentale”


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Modulo di iscrizione


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La forza di Basaglia si chiama libertà


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Chiusura dell’opg di Montelupo

PSICHIATRIA DEMOCRATICA TOSCANA

La Giunta Regionale ha (finalmente) approvato la delibera 715 del 26.8.2013  per la chiusura dell’opg di Montelupo F.no e il piano che il Ministero della Salute aveva già ricevuto fin dal maggio scorso e che adesso ottiene la formalizzazione per l'assegnazione delle risorse (una procedura quanto meno insolita visto che il c.d. piano è stato accuratamente “segretato” dalla Regione fino ad oggi e solo qualcosa era trapelato in luglio da fonte ministeriale).

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Sulla morte della dottoressa Paola Labriola

PSICHIATRIA DEMOCRATICA

Il Segretario Nazionale

Ieri mattina è stata brutalmente uccisa, a Bari, sul suo posto di lavoro, la collega Paola Labriola. Una persona - raccontano le cronache e sottolineano i colleghi baresi con i quali mi sono sentito - disponibile, preparata, solare e, soprattutto, innamorata della propria professione. E’ duro, di certo, scrivere in questi momenti e su queste tragedie, ma è altrettanto crudele tacere. Fare spallucce. Tranciare giudizi. Semplificare. Sì tacere è fare, innanzitutto, un torto alla collega stessa, ai suoi familiari, agli operatori di quel Servizio così duramente colpiti, a quanti, come lei, combattono, ogni giorno, la dura battaglia della presa in carico del disagio mentale - spesso a mani nude -  ovvero senza le risorse necessarie ai bisogni degli utenti. Tacere o trattare quanto accaduto,la tragedia, perché di una tragedia stiamo parlando, sarebbe non assumersi fino in fondo la responsabilità dell’accaduto, perché non si tratta di cronaca nera, di un evento delittuoso. E’ la storia di una donna che portava su di sé anche il peso della gravissima insufficienza di uno stato sociale, di uno stato non in grado di dare risposte adeguate e multiple alle varie forme di bisogno che si registrano sul territorio. Sì, per chiarezza va detto che i Centri di Salute Mentale, in tante realtà, sono individuati e caricati, come la risposta al bisogno, anche quando i bisogni non sono quelli cui una struttura territoriale, in questo caso un SIM, può fare fronte. Ma nonostante tutto, Paola ha accolto la domanda, ha aperto la porta. Sì una porta che non deve essere chiusa. Giammai. Quello che ci sentiamo di dire ora, è che la collettività deve una risposta giusta e rispettosa del sacrificio della dottoressa Labriola. Una risposta che significhi, nei Servizi di Salute Mentale, come altrove, dare sicurezza attraverso la messa a disposizione di risorse adeguate, di personale e di risorse socio-economiche, alle necessità. Non costruire bunker. Solo così, si potranno mettere gli operatori in grado di riorganizzare l’accettazione e il filtro della domanda che cresce, ogni giorno di più, insieme alla crisi. Con essa nascono nuovi tipi di utenti cui occorre dare una risposta che non può assolutamente essere ancora medica, clinica ma sociale. Questa sì in grado di dare,  al posto di surrogati, risposte vere ed Integrate.

Perché la Sanità territoriale è nata su questa scelta e sui percorsi di integrazione con le tante realtà che ci sono nei quartieri delle nostre città,  dimostrando tutta la sua capacità di penetrare la complessità, di affrontare i problemi e risolverli. Tra i mille ammonimenti che ci vengono dalla morte della dottoressa Labriola  vi è quello che proprio nei momenti duri bisogna guardare avanti e non cercare scorciatoie e quelle esemplificazioni, di tipo militaresco, che pure abbiamo avuto modo di registrare nei commenti di questi giorni. Ciò che bisogna fare è dichiarare una lotta senza tregua alla desertificazione dei Servizi di Salute Mentale (come degli altri presidi territoriali) desertificazione portata avanti in nome del risparmio che  - è sotto gli occhi di tutti - ha significato un depauperamento progressivo di personale e di tutte le risorse sociali necessari a dare risposte a quanti vivono in disagio. Mentre, di contro, è urgente, assai, rendere attivo il tourn over del personale, riprendere a costruire reti forti tra le diverse titolarietà pubbliche. Solo così saremo in grado di ridare speranza agli operatori troppo spesso lasciati soli a farsi carico di tutto e di tutti, soltanto così insieme agli utenti ed alle loro famiglie le risorse pubbliche saranno utilizzate per costruire risposte di inclusione sociale (casa, lavoro, socialità), le uniche in grado di opporsi a tentativi di neoistituzionalizzazione. Queste, davvero, le uniche risposte in grado di mantenere aperte le porte. 

Io come questi non ci divento Narcisa alle alghe


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Cefec Conference

 

Programme at a Glance

Vincenzo Consolo nel crocevia mediterraneo: saperi permeabili, lingue comunicanti

Vincenzo Consolo nel crocevia mediterraneo:

saperi permeabili, lingue comunicanti

Two-Day Conference: 19-20 October 2013

Italian Cultural Institute, Dublin, IRELAND

Sabato 19 ottobre

9.30 – Apertura

Benvenuto – Direttrice dell’Istituto Angela TANGIANU

10-11 (Chair: D. O’CONNELL)

Nicolò MESSINA (Universitat de València, ES)

"Notizie dal fondo". Ex imo mari?

11-12.30 (Chair: M. CHU)

Giuliana ADAMO (Trinity College Dublin, IE)

La storia nell’opera narrativa di Consolo

Riccardo FIORENZA (Università di Catania, IT)

Le immagini della parola poetica di Vincenzo Consolo

12.30 – 1.30 PRANZO

GITA ALLA TORRE DI JOYCE (SANDYCOVE)

3.30 – 4.30 (Chair J. FARRELL)

Mark CHU (University College Cork, IE)

Sciascia e Consolo

 

Irene ROMERA PINTOR (Universitat de València, ES)

Tradurre Consolo: Lunaria e Filosofiana

4.30 - Caffè

5.00 – 6.00 (Chair D. O’CONNELL)

Giovanni TURCHETTA (Università degli studi di Milano, IT)

Di qua e al di là dell’esperienza: Vincenzo Consolo scrivere per la vita.

 

6.00 – 7.15

Proiezione del film documentario L’isola in me: in viaggio con Vincenzo Consolo (Ludovica TORTORA DE FALCO)

7.15 – 7.45 – Tavola rotonda (con la regista Ludovica TORTORA DE FALCO, IT)

Domenica 20 ottobre

10.00 – 11.15 (Chair: G. TURCHETTA)

Daragh O’CONNELL (University College Cork, IE)

Furor melancholicus: poetica pittorica ed epifania nella narrativa di Consolo

 

Leonarda TRAPASSI (Universidad de Sevilla, ES)

Consolo e la Spagna

11.15 – 11.30 – Caffè

11.30 – 12.30 (Chair: D. O’CONNELL)

Joseph FARRELL (University of Strathclyde, GB)

Nottetempo: Il fantasma di Aleister Crowley

 

Walter GEERTS (Universiteit Antwerpen, BE)

La Ferita dell’aprile: un inizio o una fine?

12.30 – 1.30 (Chair: Nicolò MESSINA)

Giulio FERRONI (Università La Sapienza, Roma, IT)

Dentro la rovina: lo spasimo dei luoghi nell'opera di Vincenzo Consolo

1.30 Chiusura

Congresso di Orvieto-programma provvisorio

Immagine

Venerdi 27 settembre

Ore 19.30 Inaugurazione della Mostra fotografica sulle Paralimpiadi

Ore 21.15 Récital pianistico del Maestro  Riccardo Cambri, con la partecipazione straordinaria del soprano Isabel Yi Man Chuan, dedicato a Luca Coscioni, Roberto Cambri, Rosma Scuteri e Gianna Grasso e ai malati di SLA.

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vietato l’uso dell’elettroshock

La Regione Sicilia, su proposta dell’Assessore alla Salute Lucia Borsellino, ha vietato l’uso dell’elettroshock come strumento terapeutico su tutto il suo territorio. Si tratta di una decisione coraggiosa che rappresenta, come ha detto il Presidente Crocetta, “una grande scelta di civiltà per i diritti civili e per la tutela della dignità delle persone”.

Psichiatria Democratica, da sempre contraria all’uso di questa pratica di triste memoria manicomiale, dannosa e di sostanziale inefficacia terapeutica, non aveva mancato di sottolineare questi aspetti nel corso dell’incontro avuto nel maggio scorso con l’assessore Borsellino presentandole la campagna nazionale “No elettroshock”.

Il nostro augurio è che altre Regioni seguano l’esempio siciliano e che, insieme alla chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, si cancelli in questo modo un altro vergognoso retaggio del passato manicomiale della psichiatria.

Morti di Lampedusa una tragedia collettiva.

STaino Lampedusa