IL MEDITERRANEO TRA ILLUSIONE E REALTÁ, INTEGRAZIONE E CONFLITTO NELLA STORIA E IN LETTERATURA
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- Published on Tuesday, 06 December 2011 09:10
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Vincenzo Consolo
Letto al convegno di Psichiatria Democratica 12-13.3.2009 Caltagirone
Archiviato nei saggi
In una notte di giugno dell' 827, una piccola flotta di Musulmani (Arabi, Mesopotamici, Egiziani, Siriani, Libici, Maghrebini, Spagnoli), al comando del dotto giurista settantenne Asad Ibn al-Furàt, partita dalla fortezza di Susa, nella odierna Tunisia, emirato degli Aghlabiti, attraversato il braccio di mare di poco più di cento chilometri, sbarcava in un piccolo porto della Sicilia: Mazara (nella storia ci sono a volte sorprendenti incroci, ritorni:Mazar è un toponimo di origine punica lasciato nell'isola dai Cartaginesi). Da Mazara quindi partiva la conquista di tutta la Sicilia, dall'occidente fino all'oriente, fino alla bizantina e inespugnabile Siracusa, dove si concludeva dopo ben settantacinque anni. Si formò in Sicilia un emirato dipendente dal califfato di Bagdad. In Sicilia, dopo le depredazioni e le spoliazioni dei Romani, dopo l'estremo abbandono dei Bizantini, l'accentramento del potere nelle mani della Chiesa, dei monasteri, i Musulmani trovano una terra povera , desertica, se pure ricca di risorse. Ma con i Musulmani comincia per la Sicilia una sorta di rinascimento. L'isola viene divisa amministrativamente in tre Valli, rette dal Valì: Val di Mazara, Val Dèmone e Val di Noto; rifiorisce l'agricoltura grazie a nuove tecniche agricole, a nuovi sistemi di irrigazione, di ricerca e di convogliamento delle acque, all'introduzione di nuove colture (l'ulivo e la vite, il limone e l'arancio, il sommacco e il cotone...); rifiorisce la pesca, specialmente quella del tonno, grazie alle ingegnose tecniche della tonnara; rifiorisce l'artigianato, il commercio, l'arte. Ma il miracolo più grande durante la dominazione musulmana è lo spirito di tolleranza, la convivenza tra popoli di cultura, di razza, di religione diverse. Questa tolleranza, questo sincretismo culturale erediteranno poi i Normanni, sotto i quali si realizza veramente la società ideale, quella società in cui ogni cultura, ogni etnia vive nel rispetto di quella degli altri. Di questa società arabo-normanna ci daranno testimonianza viaggiatori come Ibn Giubayr, Ibn Hawqal, il geografo Idrisi. E sul periodo musulmano non si può che rimandare alla Storia dei Musulmani di Sicilia, (1) scritta da un grande siciliano dell' 800, Michele Amari. Storia scritta, dice Elio Vittorini, “con la seduzione del cuore” (2). E come non poteva non scrivere con quella “seduzione”, nato e cresciuto nella Palermo che ancora conservava nel suo tempo non poche vestigia, non poche tradizioni, non poca cultura araba ? Tante altre opere ha scritto poi Michele Amari sulla cultura musulmana. Per lui, nel suo esempio e per suo merito, si sono poi tradotti in Italia scrittori,
Diventare protagonisti di una storia di cura
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- Category: Storie di Salute Mentale sul territorio
- Published on Tuesday, 13 December 2011 09:13
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Elisabetta Rossi Gallani Infermiera - SSM AUSL Reggio-Emilia Servizio di Salute Mentale - Castelnovo nè Monti
EVASIONI ROMANE
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- Category: Comunicati
- Published on Saturday, 24 December 2011 18:14
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Incontro-Conferenza
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- Published on Friday, 30 December 2011 23:12
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SOCIETA’ITALIANA
DI
PSICHIATRIA DEMOCRATICA
Segreteria Regionale Abruzzo
Il giorno 3 Gennaio 2012 alle ore 11, presso il Bar dei Portici di Lanciano
La segreteria regionale ha organizzato un incontro-conferenza su
Psichiatria e Carcere: 2012 la chiusura degli OPG
Partecipano
Danilo Montinaro Psichiatra Forense, Componente del Direttivo Nazionale della Società Italiana di Psichiatria Democratica –ONLUS
Bruno Fiorillo Componente del Sindacato Penitenziario OSAPP
Ruggero Di Giovanni Componente UIL Penitenziaria
Interverrà
Sen. Alfonso Mascitelli
Vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta
sull'efficacia e l'efficienza del Servizio Sanitario Nazionale
si coglie l’occasione per augurare un BUON ANNO 2012
FATE PRESTO
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- Category: Carceri
- Published on Wednesday, 04 January 2012 23:47
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l'UNITA'- Giovedì 5 gennaio 2012
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- Category: Riflessioni
- Published on Thursday, 05 January 2012 10:33
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Che cosa lega l'articolo 1 il 18 e la legge 180.
di Emilio Lupo, Psichiatra
Segretario Nazionale di Psichiatria Democratica
Ed ecco i numeri: 1, 18 e 180.
Forse perchè i conti si fanno a fine d'anno,
che un ciclo si è concluso (con danni gravi, assai),
ed un altro si è appena aperto ( e già fa male, tanto).
Piuttosto, dicono gli esperti, i numeri hanno sempre un filo che li unisce,
li mescola,
li completa.
Lo stesso filo che divide,
minimizza o esaspera.
Con dentro le persone,
sole,
stritolate,
affannate,
da nord a sud.
Numeri che chiudono ma anche che tengono aperta,
una speranza,
una lotta,
una Nazione.
E il numero 1 così recita:
"L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro",
un numero sul quale si sono abbattuti tanti altri e, precisamente:
due milioni e oltre di disoccupati.
Ma i numeri - si sa - sono, talora, anche paradossali,
dispettosi,
ingenui,
soffocanti,
frizzanti e vivaci.
Non per il numero 1. Giammai!
Lui è sempre in alto,
maestoso,
rassicurante.
Una grande madre.
un padre autorevole.
Un occhio che vigila.
La vetta, insomma.
Eppure piccolo nella sventura,
quando la somma del comignolo che non fuma più,
e della mensa vuota,
e del deposito deserto,
e del reparto muto e della tuta al chiodo, raggiunge prima i milioni
e poi il miliardo.
E così non sta più in alto,
e diventa matrigna,
disamorato.
Ultimo con gli ultimi.
E si fa avanti il numero 18 che così recita:
" il giudice con la sentenza con cui dichiara inefficace il licenziamento ai sensi....o annulla il licenziamento intimato senza giusta causa o giustificato motivo, ovvero ne dichiara la nullità a norma della legge stessa, ordina al datore di lavoro....... di reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro.....". E' questo un numero per così dire rinnovato e rinnovabile
o forse più precisamente periodico,
non nella sua accezione tecnica, piuttosto in quella politica.
Una sorta di licenza poetica con l'imprimatur dello Stato.
Oppure un riflesso pavloviano: basta sedersi - anche per un attimo - nella stanza dei bottoni ed ecco che il riflesso diventa subito condizionato, anche da chi non te lo aspetteresti: per salvare il Paese, per creare posti di lavoro - si sentenzia - bisogna rivedere l'articolo 18 (sic!). La panacea.
Intanto nel Paese si registra un miliardo (leggasi un miliardo!) di ore di cassa integrazione,
e ben 4 milioni di precari e, così, ti vedi costretto, dopo tanti anni di duro lavoro
come di pochi mesi
di esperienza - nei quali hai messo l'anima -
o ad accettare un contratto capestro
oppure portare la testa,
le mani,
l'anima,
lontano da casa.
Ritorna, d'incanto, il paradosso dei numeri: per assumere bisogna licenziare!
Ed eccolo che entra il campo il numero 180, che tra le tante cose afferma che: èin ogni caso vietato costruire nuovi ospedali psichiatrici, ma anche che l'assistenza psichiatrica non è più manicomio, elettroshock, letto di contenzione, bomba di farmaci, inguaribilità,
ma visita ambulatoriale/domiciliare,
Centro diurno,
lavoro, casa, vacanze.
Insomma dignità e nuovo protagonismo di utenti, familiari e operatori.
Alla sopraffazione si sostituisce il prendersi cura.
1, 18,180.
Tre numeri apparentemente distanti.
Tre numeri forti.
Tre pagine indelebili.
Scritte con il sangue, la fatica e la testa
da chi non ci sta a dire sempre di sì.
Tre pagine repubblicane.
Laiche.
Tre simboli di un Paese che se rinasce lo farà
partendo da queste basi.
L'Unità d'Italia ha anche questi numeri.
Anno nuovo, dramma vecchio
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- Category: Carceri
- Published on Wednesday, 11 January 2012 17:02
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Intervenire subito nelle carceri italiane.
Anno nuovo, dramma vecchio. Dopo i 66 suicidi di detenuti registrati nel 2011 il nuovo anno si è aperto con due nuovi casi. La situazione delle carceri resta invivibile e neanche il “Piano carceri” presentato dal neo ministro Severino sarà in grado di dare sollievo ad una situazione oramai diventata ingestibile con provvedimenti ordinari che non incideranno significativamente su un sovraffollamento da tutti ritenuto la principale causa del disagio dei detenuti di cui il suicido rappresenta l’espressione più inquietante e vero “evento sentinella” su cui riflettere (senza dimenticare gli 8 Agenti di Polizia Penitenziaria suicidatisi nel 2011, circa 100 negli ultimi dieci anni!).
Le cifre prodotte dal Ministero di Giustizia sono eloquenti: 66.897 detenuti, di cui 24174 stranieri, per 45.770 posti regolamentari; 27251 imputati e 38023 condannati definitivi. Tutti costretti a vivere la detenzione senza prospettive, senza alternative alla permanenza in celle sovraffollate giorno e notte (salvo le ore d’aria), con scarsissime attività riabilitative: solo 521 per es. hanno usufruito di lavoro all’esterno, mentre la stragrande maggioranza dei lavoratori è impiegata all’interno degli Istituti.
Solo interventi che rimettano il detenuto nel circuito dello scambio sociale hanno una reale valenza rieducativa e non si traducono in mero “intrattenimento”, fenomeno questo ben noto a chi ha attraversato le istituzioni psichiatriche ma che si riproduce in tutte le istituzioni totali; a questo riguardo ci ha molto colpito l’ultimo suicida del 2011: un giovane rumeno, in attesa di giudizio, per il quale giocare a rugby nella squadra dell'Istituto penitenziario poteva rappresentare certamente una attività ricreativa per contrastare la noia del vuoto delle giornate in carcere ma non una fonte di speranza per il futuro sufficiente a preservarlo da un gesto estremo.
Occorre quindi affrontare il problema con strumenti diversi da quelli usati o riattivare quelli già previsti dalla normativa ma, prima di tutto, occorre interrompere la deriva securitaria ( gli OPG contro i quali ci stiamo spendendo senza sosta sono l'altra faccia della medaglia) che ha grandemente contribuito a creare la situazione attuale: il carcere deve ritornare ad essere la risposta ultima ai fenomeni di devianza.
Senza affrontare questo nodo tutte le misure risulteranno dei palliativi: l’estensione a 18 mesi della soglia di pena detentiva, anche residua, per l’accesso alla detenzione presso il domicilio avrà ben poco peso nel migliorare il sovraffollamento. Lo testimoniano i dati del 2011 in cui hanno usufruito dei benefici della L.199/2010 4304 detenuti (ma meno di un terzo stranieri) ma nel frattempo i detenuti sono saliti a quasi 67000.
Occorre quindi ricorrere maggiormente all’utilizzo delle pene alternative (rimuovendo prioritariamente quelle norme, ex Cirielli, che ne impediscono l’applicazione) come l’affidamento in prova ai servizi sociali, l’affidamento dei tossicodipendenti a comunità di recupero, la semi-libertà, il ricorso alla detenzione domiciliare.Oltretutto questi istituti, la cui applicazione è scoraggiata dalla politica generale, hanno negli anni dimostrato di conseguire risultati estremamente positivi nella prevenzione della recidiva.
Psichiatria Democratica auspica - attraverso Cesare Bondioli ed Emilio Lupo, rispettivamente resp. Nazionale Carceri e OPG e Segretario Nazionale dell'Associazione - che anziché ricorrere a provvedimenti tampone, che tali poi nemmeno sono, si avvii un ripensamento complessivo delle politiche carcerarie e invece di costruire nuovi carceri, si riducano le presenze negli attuali dando corso alle misure alternative alla detenzione in carcere già previste dall’ordinamento e utilizzando i fondi della Cassa Ammende per i loro fini istituzionali di finanziamento di attività trattamentali e rieducative e non solo per finanziare nuova (e sempre insufficiente) edilizia carceraria.
Napoli/Arezzo 11 Gennaio 2012
Contro gli OPG
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- Category: Comunicati
- Published on Sunday, 15 January 2012 09:33
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Care e cari,
sottoscrivo il vostro accurato appello per chiudere subito i sei Ospedali Psichiatrici Giudiziari (O.P.G.) nei quali ancora oggi vivono in condizioni inaccettabili circa 1500 persone. Si può a ragione affermare che il nostro Paese continua a detenere una triste maglia nera in tema di diritti che dobbiamo combattere ogni giorno.
Gli OPG ne sono una dolorosa conferma. Per questo, io e il mio partito, Sinistra Ecologia Libertà, sosteniamo con convinzione le proposte di Psichiatria Democratica finalizzate allo smantellamento definitivo degli OPG.
Auspico di cuore - e mi adopererò per questo - affinché nei prossimi giorni il Governo stabilisca definitivamente la data della loro chiusura.
Un saluto affettuoso,
Nichi Vendola
Presidente Sinistra Ecologia Libertà
Appello per chiudere gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari
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- Category: Comunicati
- Published on Saturday, 21 January 2012 16:25
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Per Vincezo Consolo
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- Category: Riflessioni
- Published on Monday, 23 January 2012 10:56
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E' morto lo scrittore Vincenzo CONSOLO e siamo tutti più soli e fragili.
Ci mancheranno i suoi sguardi teneri e indagatori.
I suoi ammonimenti che erano riflessione collettiva ma anche coinvolgimento personale.
Diretto.
Convinto.
Mai occasionale o di facciata.
Vincenzo era uno di noi.
E questo ci inorgogliva.
E questo ci inorgoglisce.
Minatori,
diritti civili,
su di una biro che era una clava,
un martello,
una chiave,
uno spartito.
Ci piace immaginarlo che se ne sia andato con sotto il braccio
Il Sorriso dell'ignoto marinaio,
che abbiamo tanto amato.
Forse perchè così continuerà a solcare
mari e onde sulla sua penna
che lo iscrive tra i maggiori e più acuti innovatori del linguaggio,
della letteratura internazionale.
A Caterina dolce e tenace compagna,
testimone e protagonista di una storia che il tempo non potrà mai esaurire
l'abbraccio più forte di tutta Psichiatria Democratica.
Emilio
una delegazione di Psichiatria Democratica sarà presente ai suoi funerali che si terranno a Sant'Agata di Militello in Sicilia, suo paese natio
leggi:
IL MEDITERRANEO TRA ILLUSIONE E REALTÁ, INTEGRAZIONE E CONFLITTO NELLA STORIA E IN LETTERATURA
Matti in libertà
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- Category: Comunicati
- Published on Monday, 30 January 2012 09:50
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Napoli, VENERDI' 3 FEBBRAIO, ore 18.00 presso la Feltrinelli in Via S. Tommaso D'Aquino 70 - Ponte di Tappia -
Presentazione del libro di MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI "Matti in libertà" - L'inganno della Legge Basaglia - Come il percorso interrotto della Legge Basaglia è ricaduto su uomini e donne in tutta Italia, vittime innocenti di un iter legislativo che non ha cancellato gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Le storie degli internati e delle loro famiglie.
Introduzione di GIUSEPPE CRIMALDI, Cronista giudiziario de "Il Mattino",
ne discutono :
LUISA BOSSA, deputata, già sindaco di Ercolano,
CARMINANTONIO ESPOSITO, presidente del Tribunale di Sorveglianza di Napoli,
EMILIO LUPO, segretario nazionale di Psichiatria Democratica,
RICCARDO POLIDORO, presidente de "Il Carcere Possibile Onlus", Camera Penale di Napoli,
FABRIZIO STARACE, direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Modena.
L'attrice CRISTINA DONADIO leggerà alcuni brani del libro.
Lettera di Cesare Bondioli (Responsabile Nazionale Carceri e OPG di Psichiatria Democratica) sul Decreto di chiusura degli OPG.
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- Category: Osservazioni
- Published on Thursday, 02 February 2012 16:03
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Arezzo 1 Febbraio 2012
Cari compagni ed amici,
le polemiche suscitate dall’approvazione dell’Art 3 –ter del c.d. “Decreto svuota carceri”, mi riportano alla mente quanto successo nel 1978 con l’approvazione della 180, specie per la sua parte che introduceva il TSO.
E’ noto che lo stesso Franco Basaglia avrebbe voluto che nella legge non fossero previsti dispositivi “coercitivi” ma con grande senso di responsabilità e visione politica, finì per accettare il TSO come male minore. Anche allora parti consistenti del movimento si opponevano al tso ma nessuno si spinse fino al punto di disconoscere la 180 per una visione “pura e dura” dei risultati della lotta di deistituzionalizzazione dei manicomi di cui la 180 fu comunque l’esito e l’inizio di una sua generalizzazione. Nessuno si sognò di dichiararsi apertamente contrario alla 180 , insieme alle destre, anzi tutti rivendicarono la Legge come un successo del lavoro svolto dal movimento anti-istituzionale dentro i manicomi e nel territorio; tutti poi si sono impegnati nel lavoro quotidiano per una applicazione avanzata della legge proprio nei suoi aspetti più critici e criticabili: da qui la battaglia, non ancora vinta, per SPDC aperti e senza contenzioni o per forme di ricovero alternative (v. servizi di salute mentale h 24 con posti letto).
Finalmente via gli Opg, ma il difficile viene ora
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- Category: Carceri
- Published on Tuesday, 07 February 2012 17:08
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di Maria Antonietta Farina Coscioni ( quotidiano EUROPA, 3 febbraio 2012)
La decisione non può, evidentemente, che rallegrare: entro, e non oltre, il 31 marzo del prossimo anno tutti gli Ospedali psichiatrici giudiziari in Italia saranno chiusi. I detenuti, 1500 persone circa, saranno trasferiti in centri, finalmente, adeguati alla cura delle patologie che li affliggono. Avrà così finalmente fine quello che il presidente della repubblica Napolitano ha definito «l’estremo orrore dei residui Opg, inconcepibile in qualsiasi paese appena civile».
Gli Opg sono un luogo di indicibile sofferenza. Nel corso delle mie visite ispettive sono venuta a conoscenza di una quantità di storie penose e atroci: un uomo di 58 anni, rinchiuso da otto nell’Opg di Aversa, che con un lenzuolo si impicca; aveva saputo che la sua pena era stata prorogata ancora una volta e che, nonostante da tempo fosse stato giudicato non più “socialmente pericoloso”, sarebbe rimasto rinchiuso lo stesso; un altro caso, quello di M., 30 anni: nel 2004 è arrestato per aver guidato contromano con il motorino. Finito in un Opg, di proroga in proroga sono passati sei anni.
La questione, insomma, non può essere risolta con un mero tratto di penna, non è sufficiente stabilire che quello che è stato non deve più essere, e pensare che il problema si risolva da sé. È vero: per troppo tempo gli Opg sono stati un territorio dimenticato in cui ogni dignità è annullata. Il parlamento ha fatto un importante passo verso la chiusura; ma ora?
Read more: Finalmente via gli Opg, ma il difficile viene ora
OPG: Ora comincia il lungo processo di deistituzionalizzazione.
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- Category: Carceri
- Published on Sunday, 12 February 2012 11:22
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Per Psichiatria Democratica (PD), l'Associazione fondata da Franco Basaglia e che in questi anni si è battuta per il superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, il momento attuale è assai delicato in quanto occorre definire bene i percorsi politico/amministrativi necessari per governare, in maniera adeguata, l'intero processo.
Per i Dirigenti Nazionali di Psichiatria Democratica, Cesare Bondioli, Emilio Lupo e Luigi Attenasio guai ad abbassare la guardia e a dare per scontati i passaggi che porteranno le persone dagli OPG al territorio.
Gli esponenti di PD, anche a nome dell'intera Associazione, infatti, non si stancano di ripetere che tenere alta la guardia dovrà, nei fatti, garantire quanto segue:
1) La titolarietà dei progetti - beninteso personalizzati - resta appannaggio del Servizio Sanitario Nazionale che la espleterà in tutte le forme che riterrà opportune, avvalendosi dei suoi Dipartimenti diSalute Mentale e delle loro articolazioni funzionali. La centralità del Servizio pubblico è, per Psichiatria Democratica, garanzia da un lato di attiva partecipazione di tutti gli attori in campo (Utenti,familiari,operatori, Enti, volontariato, cooperazione sociale etc.) e, dall'altro, di contrasto a tutte le forme di privato mercantile che potrebbero essere interessate alla gestione nelle singole realtà regionali;
2) La definizione del finanziamento, in maniera da garantire un budget adeguato ai diversi bisogni (casa, progetto lavorativo etc.) e che sia vincolato in ragione dei suindicati progetti per ciascun utente;
3) L'emanazione da parte del Governo di un Regolamento attuativo che - d'intesa con le Regioni e garantendosi il coordinamento del Presidente Errani - indichi, dettagliatamente, modi, tempi e risorse,umane ed economiche, da impegnare nel complesso processo di dismissione in grado di sostenere, concretamente, i sempre più asfittici Dipartimenti di Salute Mentale ( insieme alla costituzione di equipes di dismissioni, a tempo);
4) Che si affronti, contestualmente, sia il tema della pericolosità sociale da infermità mentale -della quale PD chiede l'abolizione - come l'istituto della imputabilità-inimputabilità per infermità di mente da cui quello deriva.
Psichiatria Democratica da ultimo vuole ribadire che questo degli OPG, come ogni progetto di deistituzionalizzazione, non sarà un processo breve nè tantomeno esclusivamente legato alle normative ma che dovrà vivere, attraversare e cambiare culture e prassi . Che non ci sono nè scorciatoie nè esemplificazioni ma solo un duro, costante lavoro che, sul territorio, dovrà vedere ancora una volta impegnati ed uniti quanti -a vario titolo - pongono al centro del loro fare/pensare i diritti di quanti non ce la fanno da soli.
Napoli -11 Febbraio 2012
Finalmente chiudono le prigioni dell'orrore,"Gli Altri" 24 febbraio 2012 pag. 20
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- Category: Carceri
- Published on Friday, 24 February 2012 19:13
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di Gigi Attenasio
“Svuotano pure i manicomi criminali, a repentaglio la sicurezza dei cittadini. Il governo fa scappare i pazzi” rigurgita in prima pagina “la Padania”: è la “civiltà” dei Borghezio, del dito medio alzato, del rutto e della scoreggia libera, degli “extra” travestiti da leprotti per il tiro a segno dei “civilissimi” cacciatori del Nordest! A parte l’ironia (per Nietzsche spesso vicina alla tragedia), entro il 31 Marzo 2013 verranno chiusi gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG): è una importante notizia e Psichiatria Democratica come tale la registra in attesa del Regolamento attuativo che detti tempi e modi del processo di dismissione. Ci sentiamo parte di questa vittoria di civiltà per il sostegno alla Commissione Inchiesta del Senato di Ignazio Marino, cui ancora una volta plaudiamo per il lavoro svolto, e per le migliaia di firme da noi raccolte in pochi mesi contro quei tremendi luoghi di afflizione.